Il decreto Lavoro, convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lunedì 3 luglio ed entrato in vigore il 4 luglio 2023, ha prorogato lo smart working: fino al 30 settembre 2023 per i lavoratori fragili, sia del settore pubblico che privato, e fino al 31 dicembre 2023 per i genitori di figli under 14 che lavorano nel privato.
La possibilità di lavorare da remoto, introdotta durante la pandemia, era infatti stata prorogata inizialmente fino al 31 marzo 2023 e poi fino al 30 giugno 2023. Adesso si può arrivare invece anche a fine anno. Vediamo chi può farne richiesta al proprio datore di lavoro.
I lavoratori fragili
Fino al 30 settembre 2023 possono lavorare da remoto i lavoratori, sia del settore pubblico sia del privato, che siano fragili. Rientrano in questa categoria gli anziani, gli immunodepressi, i pazienti oncologici, quelli che devono seguire terapie salvavita o che hanno patologie croniche. In caso non sia possibile svolgere la mansione in smart working, il lavoratore può essere assegnato anche a diversa mansione o area di inquadramento, ma a parità di retribuzione e salve le disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali più favorevoli.
Lavoratori del settore privato con figli under 14
I dipendenti che lavorano nel settore privato possono richiedere al datore di lavoro di usufruire della proroga dello smart working fino al 31 dicembre 2023, ma solo se hanno almeno un figlio con meno di 14 anni. Inoltre, entrambi i genitori devono essere occupati e non devono essere beneficiari di strumenti di sostegno al reddito a causa di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa. Lo smart working, infine, può essere richiesto da un solo genitore. La proroga prevista dal decreto Lavoro vale anche se tra il dipendente e il datore di lavoro sono stati presi accordi precedenti. Accordi che eventualmente – in assenza di ulteriori proroghe o modifiche della legge nazionale – torneranno ad essere validi a partire dal 1 gennaio 2024.
Cos'è il lavoro agile o smart working
Lo smart working è in generale una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli di orario e di spazio e invece organizzato per fasi, cicli e obiettivi, secondo accordo tra dipendente e datore di lavoro. Nato per agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle persone, soprattutto delle donne, lo smart working esisteva anche prima dell'emergenza sanitaria, anche se poco diffuso in Italia e basato esclusivamente su accordi individuali.
La definizione di smart working è contenuta nella legge legge 81 del 2017, nella quale si specifica che ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento - economico e normativo - rispetto ai colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali.