Entrare nel corpo di un robot, attivarlo da remoto e muoversi in ufficio, negozio o fabbrica per seguire riunioni, accogliere un visitatore o monitorare i processi, proprio come essere sul posto: "Dimenticate le piattaforme di videoconferenza, il nuovo paradigma dello smartworking è la telepresenza robotica". Lo assicura Luisa Bagnoli, fondatrice e Ceo di Beyond International, società milanese di consulenza in leadership e innovazione manageriale legata ai future trend, rivenditore esclusivo in Italia di Double 3, realizzato dalla californiana Double Robotics.
Comandato tramite browser da pc, smartphone o tablet, Double 3 si muove negli ambienti seguendo i clic dell’utente sull’interfaccia simile a un visore stradale, evita gli ostacoli grazie a sensori 3D, e permette di interagire con i presenti in tempo reale, via webcam e microfono. Telependolari, manager, medici o studenti possono trovarsi in qualunque luogo si trovi il Double 3, avendo due ruote come "gambe", un’asta telescopica come "corpo" e uno schermo come "volto". Siamo a tutti gli effetti nella nuova stagione del lavoro a distanza, modalità che – causa Coronavirus – si è imposto oltre le necessità dell’emergenza.
"Lo smartworking ormai è sdoganato, ma ha depotenziato il concetto di leadership, spostando l’attenzione sul project management, la gestione dell’obiettivo in una logica di rete – osserva Bagnoli –. Il vero leader oggi è il progetto e la presenza robotica può essere strumento di una leadership consapevole, che da sistema ‘egoriferito’ diventa ‘ecoriferito’, basato sulle connessioni. Double 3 è quindi più un servizio, che un prodotto in sé".
La stessa Beyond usa il device per il lavoro in telepresenza dei dipendenti, per ricevere clienti e per la scuola di leadership per manager in sede. Da questa esperienza sono nate le idee di utilizzo, in una proposta di partnership con Double Robotics per la distribuzione in Italia: un manager d’azienda può verificare le produzioni all’estero senza prendere l’aereo, uno showroom può offrire visite commerciali a distanza ai clienti, una guida culturale può tenere tour, uno psicologo effettuare sedute e tanto altro. "Double 3 non sostituisce la persona come nel manifatturiero, ma è ‘per’ la persona - osserva Bagnoli -: partecipa al cambiamento del lavoro da un paradigma lineare, a cui appartiene l’attuale logica di smartworking basato sulle videocall, a quella di spazio, tipico della rete, liberando tempo a favore di una maggiore empatia nelle relazioni, fondamentale nel lavoro del futuro".
Non mancano le possibilità di impiego nella fase 3 dell’attuale crisi sanitaria: "Le grandi aziende potrebbero integrare con la telepresenza robotica il rientro parziale e graduale dei propri dipendenti – spiega Bagnoli –. Possiamo portare nel futuro quello che oggi è una necessità e valorizzare i comportamenti funzionali scoperti con il lockdown, per una nuova cultura organizzativa e innovazione manageriale, sfatando il falso mito di una tecnologia digitale che allontana, ma che anzi avvicina e può migliorare le nostre vite".