Giovedì 12 Settembre 2024

Sistemi anti-intrusione, il decalogo di Cna

Come proteggere le proprie abitazioni dai furti: meglio affidarsi a ditte specializzate. Detrazioni fiscali con il bonus sicurezza

Sistemi anti-intrusione, il decalogo di Cna

Rispetto a furti o rapine in abitazione le statistiche parlano di 135mila casi all’anno, ovvero oltre 370 al giorno

di Alberto Levi

Gli italiani che partono per le vacanze hanno una grande preoccupazione: lasciare la casa incustodita e alla mercé dei ladri. A segnalarlo la CNA che in una propria indagine rileva che questa preoccupazione riguarda oltre sei italiani maggiorenni su dieci. Un livello in linea, o di poco superiore, ai dati del Censis (55%) e del sito di comparazione facile.it (60%).

Benché le statistiche diano in calo furti o rapine in casa, se ne registrano circa 135mila in un anno. Vale a dire 370 al giorno. Oltre 15 l’ora. Nonostante sempre più famiglie avvedute abbiano deciso di correre ai ripari contro questa minaccia. La paura è rinforzata dalla constatazione che, sempre più spesso, la presenza di persone in casa non funga da deterrenza. Con il rischio concreto che alla perdita di beni possano associarsi atti di violenza da parte dei malfattori. Proprio l’assenza massiccia dai quartieri residenziali nei mesi estivi facilita il picco di reati in estate e in particolare ad agosto. Eppure rimangono numerose le abitazioni sprovviste di difese: se ne contano una su tre.

La criminalità segue passo passo, e talvolta sembra precederli, gli avanzamenti tecnologici. Addirittura, per verificare se le case sono abitate o meno negli ultimi tempi verrebbero utilizzati droni contro cui andranno studiate specifiche contro-misure al più presto. L’aumento medio dei prezzi dei sistemi di sicurezza più o meno sofisticati nell’ultimo anno è di circa il 10 per cento. I sistemi basici vanno dalle porte blindate alle inferriate. Per una porta blindata di ultima generazione, defender magnetico e cilindro anti-bumping compresi, si spendono dai 3mila a 6.500 euro. Le inferriate hanno prezzi che variano in base alla dimensione: una grata fissa in ferro di dimensione media si aggira intorno alle 6/700 euro.

Ma quanto costa proteggere in maniera più sofisticata le nostre abitazioni? E, ancora, lo Stato aiuta in qualche modo le famiglie? Un ’decalogo’ di suggerimenti lo fornisce CNA Installazione Impianti che prima di tutto chiede di rivolgersi a ditte qualificate scartando gli improvvisatori e il fai-da-te. Le imprese specializzate hanno una conoscenza approfondita delle tecnologie più avanzate e sono anche in grado di personalizzare l’impianto in base alle esigenze di sicurezza delle abitazioni. Queste aziende inoltre, seguono rigorosi standard di sicurezza e sono in grado di fornire un supporto continuo per la manutenzione e l’aggiornamento dei sistemi installati. Rispetto agli impianti e ai furti o rapine di un tempo, oggi un buon sistema di allarme anti-intrusione deve prevenire e intercettare il tentativo di intrusione e non limitarsi a segnalare l’avvenuta intrusione.

Un impianto adeguato deve disporre di un sistema di rilevazione perimetrale unito a protezioni volumetriche interne. Se accoppiato agli impianti di sicurezza, un efficace sistema di videosorveglianza (che monitori in tempo reale la situazione, registrandola) ci permette di constatare se ci sono falsi allarmi semplicemente attuando una video-verifica evitando disattivazioni. Per un appartamento di circa 70 metri quadrati, il costo si aggira tra i 2700 e i 3200 euro per tecnologie di fascia medio-alta. Un sistema costituito da quattro telecamere filari unito a un impianto di registrazione si aggira tra i 1700 e i 2200 euro in base alla tipologia e alla qualità di definizione delle telecamere.

La Legge di Bilancio 2023 ha confermato la detrazione fiscale per l’installazione di sistemi di sicurezza. Acquistando un nuovo impianto di allarme o videosorveglianza, o sostituendo quello già esistente, sarà possibile usufruire della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute. Il bonus sicurezza è disponibile fino a tutto il 2024 e consiste in una detrazione fiscale dell’Irpef che dev’essere ripartita in dieci quote annuali di uguale importo. A usufruirne per intero sono solo le unità immobiliari residenziali; nel caso di uso promiscuo dell’edificio (abitazione e impresa) il vantaggio fiscale è ridotto del 50%.