Domenica 24 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Economia

Silicon Valley Bank fallita: "Le bolle scoppiano, poi si riparte. California è il futuro"

L'economista di Berkeley: il settore dell’intelligenza artificiale avrà una crescita esponenziale. "La chiusura della banca delle startup avrà un effetto negativo limitato"

Milano, 11 marzo 2023 - "Il futuro della Silicon Valley resta solido". Per Enrico Moretti, economista di Berkeley, quello che è successo alla banca delle startup è un incidente di percorso. Un po’ come quando a una Ferrari si buca una gomma: fastidioso, ma non un pericolo.

Larry Page e Sergey Brin negli anni Duemila, dopo la prima grande bolla
Larry Page e Sergey Brin negli anni Duemila, dopo la prima grande bolla

Eppure ci sono stati licenziamenti a raffica da parte dei giganti dell’informatica e ora il fallimento della Silicon Valley Bank. Cosa la fa stare così tranquillo? "Negli ultimi anni è già scoppiata la bolla dovuta ai bassi tassi di interesse. Erano aumentati i valori di tutti gli asset: dalla borsa alle startup. C’è stato un eccesso di investimenti in aree che non erano di valore anche a Wall Street. Ma nel lungo periodo il futuro della Silicon Valley rimane solido. Ci saranno altri episodi nei prossimi mesi, ma non sono un indicatore di un’inversione strutturale. Anzi, ci sono segnali promettenti: l’intelligenza artificiale è un settore che sta per esplodere in maniera esponenziale e che è radicato nella Silicon Valley".

La bolla degli anni Duemila però c’è stata. Non c’è troppa fede in un progresso illimitato? "Negli anni Novanta c’è stata una crescita esplosiva e poi tra il 2001 e il 2003 ci sono stati enormi investimenti su progetti non produttivi. Ma se guardiamo nel lungo periodo, la crescita non è stata intaccata. Google nel 2000 era una startup, ora è un colosso mondiale. La domanda tecnologica nel mondo non sparirà e la Silicon Valley rimane la punta di diamante a livello globale nella ricerca e nello sviluppo".

Il fallimento della Silicon Valley Bank avrà contraccolpi? "È un episodio costoso e avrà un effetto negativo per il settore del venture capital. Ma altre banche prenderanno il suo posto: per quanto riguarda i finanziamenti non ci saranno scossoni. Certo non è una buona notizia, ma l’effetto negativo sarà limitato".

Molte aziende, però, stanno fuggendo dalla Silicon Valley. Perché? "In realtà è un trend che c’è sempre stato. Le aziende spostano le funzioni secondarie dove la forza lavoro costa meno. Ma chi si occupa di ricerca e sviluppo, il settore dove le remunerazioni sono più alte, non si sposterà. Molte aziende sono presenti in più Stati, ma l’occupazione della Silicon Valley non ne ha risentito".

Che differenze ci sono tra la Valle del silicio degli anni Duemila e quella di oggi? "La Silicon Valley degli anni Duemila era fatta in una buona percentuale da imprese che si affacciavano all’era del commercio su Internet. Si procedeva per tentativi. A volte davvero al buio: nessuno sapeva bene come il web sarebbe entrato nelle nostre vite. Oggi c’è molta più maturità anche nei nuovi settori".

Quindi non verranno ripetuti gli errori del passato? "Quando si fanno investimenti sul lungo periodo si finisce inevitabilmente per fare degli errori. Ma sbagliare fa parte del panorama produttivo, anzi è la forza della Silicon Valley: gli investimenti sbagliati sono l’humus da cui partono i tentativi che hanno successo".