Sabato 5 Ottobre 2024
LUCA RAVAGLIA
Economia

Scuola, insegnanti di sostegno: verso 19.000 assunzioni

Sono questi i numeri ai quali sta lavorando il ministro Valditara

Il ministro di Istruzione e merito, Giuseppe Valditara

Il ministro di Istruzione e merito, Giuseppe Valditara

Roma, 22 aprile 2023 – Il mondo della scuola potrebbe essere sul punto di ricevere una robusta iniezione di nuovi insegnanti, in grado di coprire 56.000 cattedre vacanti e di dare respiro anche alle figure di sostegno che potrebbero beneficare di 19.000 assunzioni. Sono i numeri sui quali sta lavorando in queste ore il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ormai ai ritocchi del decreto dedicato al mondo della Pubblica Amministrazione.

Assunzioni in crescita

Riguardo agli insegnanti di sostegno, i 19.000 nuovi assunti si sommerebbero ai 2.000, 12.000 e 16.000 rispettivamente registrati negli anni passati. I nomi verrebbero individuati – per il prossimo anno scolastico 2023-2024 – tra le graduatorie provinciali di prima fascia e tra chi, specializzandosi entro giugno, rientrerà negli elenchi aggiuntivi. Per loro sul tavolo c’è un contratto a tempo determinato (riconosciuto nell’ambito del percorso di formazione e prova) che verrà assegnato nell’ambito territoriale della provincia nella quale si è iscritti in lista. A chiudere il cerchio per i posti disponibili ci saranno le precedenti graduatorie, che sono ancora in vigore.  

Come davanti alla classe  

L’insegnante che si candida per ottenere uno dei posti disponibili, dovrà affrontare anche un colloquio orale nel corso del quale gli esaminatori lo metteranno davanti allo scenario di simulare una lezione, con l’intento di valutarne la predisposizione a interagire con gli alunni, presentando in maniera efficace il contenuto del programma didattico.  

La svolta del Pnrr  

La parte più importante della partita si gioca però sui tavoli europei, dal momento che è in corso la trattativa con le istituzioni di Bruxelles per concretizzare un piano da 70.000 assunzioni, parallelo ai numeri citati. L’intento del Governo è quello di procedere per gradi, cominciando con la pubblicazione dei primi concorsi già nei prossimi mesi. La prima data in agenda è quella del mese di giugno, quando potrebbero essere assegnati circa 30.000 posti ai precari che hanno maturato almeno tre anni di servizio oppure 24 crediti formativi universitari.  

Ingressi anche negli asili e alle elementari  

Il tema della carenza di personale all’interno del mondo dell’istruzione è - purtroppo – trasversale a ogni fascia di età e non risparmia nemmeno i piccoli e piccolissimi frequentatori delle aule. Dunque, calcolatrice alla mano, se alle cifre appena citate si aggiungono i circa 15.000 posti relativi alla scuola dell’infanzia e a quella elementare, dei 70.000 ingressi quantificati nell’ambito del Pnrr ne resterebbero da identificare meno della metà. A questi si potrebbe arrivare nel 2024, utilizzando i nuovi criteri che prevedono il conseguimento della laurea e di 60 crediti formativi.  

Abbassare l’età media  

Pure nel mondo dell’insegnamento il tema anagrafico è un aspetto che merita di essere affrontato con un robusto ricambio generazionale. Anche perché le stime per il prossimo decennio parlano della prospettiva, legata ai raggiunti limiti di età, di un avvicendamento di un insegnante su due. Davanti a una galassia la cui età media è superiore ai 50 anni (i dati Ocse a riguardo collocano l’Italia a un livello ben più alto rispetto agli altri paesi europei) è chiaro che immettere nel sistema un importante numero di neo laureati contribuirebbe a portare nuova linfa al sistema, favorendo l’inserimento, anche in pianta stabile, di una moltitudine di giovani che fino ad ora è stata costretta a confrontarsi col tumultuoso mare della precarietà.  

I docenti abilitati all’estero  

Il decreto dedicato alla pubblica amministrazione prende infine in considerazione anche le posizioni degli 11.000 aspiranti docenti italiani che possono contare su un titolo ottenuto all’estero, come per esempio in Spagna o in Romania, due degli Stati più ‘gettonati’ in questo ambito. La gran parte degli 11.000 (circa l’85%) riguarda attestati che abilitano all’insegnamento di sostegno. Anche per loro dovrebbe esserci la possibilità di venire inseriti nelle graduatorie provinciali destinate a formare gli ordini di chiamata in relazione alle supplenze, anticamera all’assunzione di ruolo.