Mercoledì 2 Ottobre 2024

Sciopero porti Usa, ci saranno ripercussioni anche in Italia: ecco quali

Dal Maine al Texas, i lavoratori dei porti negli Stati Uniti hanno iniziato uno sciopero che rischia di avere conseguenze pesantissime sull’economia e di provocare un aumento dell’inflazione

Lo sciopero dei porti negli Stati Uniti avrà ripercussioni anche in Italia: ecco quali

Lo sciopero dei porti negli Stati Uniti avrà ripercussioni anche in Italia: ecco quali

Roma, 1 ottobre 2024 – Dal Maine al Texas, i lavoratori dei porti Usa hanno iniziato uno sciopero che rischia di avere conseguenze pesantissime sull’economia e di provocare un aumento dell’inflazione. 

Questo per la carenza di merci che è dietro l’angolo.

Lo sciopero interessa 36 porti, il primo del sindacato dal 1977. Il primo picchetto dei lavoratori portuali è partito dopo la mezzanotte da Filadelfia.

Sciopero dei porti negli Usa: che cosa rischiamo
Sciopero dei porti negli Usa: che cosa rischiamo

Il presidente Joe Biden ha il potere di sospendere lo sciopero per 80 giorni per ulteriori trattative, ma la Casa Bianca ha affermato che non ha intenzione di agire.

Lo sciopero rischia di mettere il presidente Biden in una situazione difficile durante le settimane finali della campagna per le elezioni presidenziali che contrappongono la sua vice Lamala Harris a Donald Trump. I presidenti degli Stati Uniti possono intervenire nelle controversie di lavoro che minacciano la sicurezza nazionale o la sicurezza imponendo un periodo di riflessione di 80 giorni, costringendo i lavoratori a tornare al lavoro mentre continuano le trattative. Gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Europa e lo sciopero dei portuali Usa che inizia oggi e andrà avanti a oltranza, si ripercuoterà anche sul Mediterraneo, sull’Italia e sul porto di Genova.

“Esportatori e spedizionieri guardano con estrema preoccupazione alla situazione che da oggi bloccherà i porti della Costa Est e del Golfo del Messico”, commenta il direttore generale di Spediporto, l’associazione degli spedizionieri genovesi, Giampaolo Botta. 

"Con lo sciopero si stima che ogni settimana, a livello mondiale, saranno circa 500mila i contenitori che non potranno sbarcare o raggiungere le destinazioni finali - continua -. Un danno gravissimo all’economia Usa, ai suoi consumatori, ma anche agli esportatori, che certamente vedranno lievitare il costo dei noli già nelle prossime settimane”.

Lo sciopero, proclamato dall’International longshoremen’s association, che coinvolgerà circa 45 mila addetti in 36 porti Usa, situati sulla costa orientale e nella zona del Golfo del Messico, paralizzerà le attività di scali in grado di movimentare tra il 40 e il 50% dei volumi di tutti gli scali statunitensi e “rischia di mandare nuovamente in crisi il mercato mondiale dei contenitori con perdite giornaliere che JP Morgan stima tra i 3,8 e i 4,5 miliardi di dollari”, denuncia Botta. Le perdite di volume in un mese, potrebbero raggiungere i due milioni di contenitori.

“Anche i porti del Mediterraneo subiranno pesanti ripercussioni - completa Botta - sono a rischio, ogni settimana circa 71.000 contenitori, in ambo le direzioni, sull’asse con la costa orientale degli Stati Uniti, nazione che, per il porto di Genova, rappresenta un riferimento imprescindibile”.