Roma, 6 maggio 2024 – Scontro duro fra il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) e l’azienda nel giorno di sciopero proclamato dalla rappresentanza sindacale interna (non l’unica) della Radio televisione italiana. Non bastassero le contrapposizioni dei giorni scorsi sulle motivazioni dell’astensione dal lavoro, si aggiunge il fatto che oggi, nonostante lo sciopero i Tg Rai sono andati in onda (seppur in forma ridotta) con una “forzatura”, ritengono dall’Usigrai, che non si era mai verificata prima.
Nonostante lo sciopero proclamato dall'Usigrai, il Tg2 delle ore 13, il Tg1 delle 13.30 e il Gr1 delle 13 sono andati ugualmente in onda. Servizi firmati e collegamenti, notizie sui principali argomenti del giorno. In coda alle edizioni di entrambi i Tg e del Gr1, i conduttori hanno letto il comunicato dell'Usigrai, con i motivi della protesta, e il testo della replica dell'azienda.
Ieri era stato l'Unirai, liberi giornalisti Rai, sindacato orientato a destra, ad annunciare con una nota che oggi centinaia di colleghi sarebbero sul posto di lavoro "perché contrari a una mobilitazione ideologica".
Il Tg3 invece oggi, aderendo allo sciopero, non è andato in onda (qui, secondo quanto si apprende, hanno aderito tutti tranne uno) e Rainews24 trasmette per l'intera giornata servizi che, come si legge in sovrimpressione, sono stati registrati prima dello sciopero, mandando solo flash delle notizie in sovrimpressione nella parte bassa dello schermo.
Ieri l’Usigrai aveva diffuso un comunicato nel quale annunciava che “domani (ogg, ndr) i giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro per protestare contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato. In questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 Aprile (in noto caso Scurati), salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica. Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti”.
Un comunicato al quale aveva fatto seguito la risposta dei vertici Rai. “Abbiamo visto perché i giornalisti Rai fanno sciopero oggi – si legge nella nota –. Motivi che la Rai ha contestato. La decisione del sindacato di scioperare su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche”. “Alcuna censura o bavaglio – spiegano poi da viale Mazzini – è stato messo sull’informazione”. Ma non solo, i vertici della Rai invitano “l’Usigrai a cessare di promuovere fake news che generano danno all’immagine dell’azienda”. Per quanto riguarda gli organici e il personale, sempre i vertici Rai mettono in evidenza come “l’attuale quadro economico impedisce di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre duemila unità, mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente. In questa direzione vanno le razionalizzazioni approvate dal Cda Rai. Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia”.
La controreplica del sindacato Usigrai non si è fatta attendere: "L'azienda replica al videocomunicato sindacale dell'Usigrai con toni da padroni delle ferriere". L' Usigrai mette poi "in fila argomenti, questi sì, che non reggono alla prova dei fatti: 1- l'azienda sta già riducendo gli organici non sostituendo le uscite per pensionamento. 2- alle selezioni pubbliche preferisce le chiamate dirette per le prime utilizzazioni in rete. 3- intanto però nega il riconoscimento del giusto contratto a decine di precari della cosiddetta fase due. 4- la proposta aziendale sul premio di risultato sottrae ai giornalisti una parte economica riconosciuta invece agli altri dipendenti. 5- su censure e bavagli, basta leggere i giornali italiani e internazionali delle ultime settimane. A proposito, che fine hanno fatto i ‘provvedimenti drastici" annunciati’ dall'Ad dopo il caso Scurati? Infine, chi sottrae tempo all'informazione ancora una volta è l'azienda: l'Usigrai – conclude – si attiene alle regole con un comunicato di un minuto, la protervia aziendale impone una replica che dura il doppio".