Molti analisti riconoscono il valore strategico dell’operazione, evidenziando come l’integrazione rafforzerebbe la presenza di Unicredit nel Nord Italia, considerata l’area più dinamica e produttiva del Paese. La fusione creerebbe un gruppo con una presenza geografica e commerciale senza precedenti, capace di generare sinergie significative. Tuttavia, il premio offerto è ritenuto insufficiente da diverse case di analisi, tra cui Equita e Mediobanca.
Deutsche Bank avverte che, senza una revisione al rialzo, Unicredit potrebbe non riuscire a ottenere il consenso degli azionisti di Banco Bpm, rischiando di compromettere l’intera operazione. Gli esperti sottolineano inoltre i rischi legati ai costi di integrazione, stimati in 2 miliardi di euro, e all’effettivo raggiungimento delle sinergie promesse nei tempi previsti. Nonostante le perplessità, l’operazione rappresenta una mossa decisiva per consolidare il ruolo di Unicredit come leader in Italia e in Europa.