Il possibile utilizzo del golden power sull’operazione lanciata da Unicredit apre a un nuovo scenario per la finanza italiana. Il governo tramite le dichiarazioni di Giorgetti ha lasciato intendere che valuterà attentamente l’applicazione dello strumento, solitamente riservato a operazioni con implicazioni strategiche o a soggetti esteri. Di fatto l’ipotesi di un intervento su un’operazione interamente domestica, tra due attori italiani, rappresenta un precedente unico nel panorama finanziario nazionale.
Secondo Luca Picotti, analista dell’osservatorio golden power, l’applicazione dello strumento in questo caso è “astrattamente possibile”, grazie a un ampliamento normativo introdotto nel 2020 e reso definitivo nel 2023. La norma, riformulata per conformarsi al diritto europeo, consente di sottoporre al vaglio del governo anche operazioni tra soggetti residenti in Italia. Picotti sottolinea tuttavia come il richiamo al golden power potrebbe essere più una leva di pressione che un’intenzione concreta di intervento. Anche Luca Picone, partner di Hogan Lovells, conferma che il golden power può essere applicato in operazioni finanziarie puramente italiane, in virtù dell’estensione normativa. E precisa: “L’operazione tra Unicredit e Banco Bpm rientra formalmente nell’ambito di applicazione del golden power, e sarà soggetta al vaglio governativo anche se coinvolge esclusivamente soggetti italiani”.