Venerdì 13 Settembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Il rapporto di Draghi

Per il 2025 la stima dell’inflazione resta al 2,2%

Lagarde ricorda che i rischi per la crescita economica "rimangono orientati verso il basso e le previsioni di crescita restano deboli, perché la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente costituiscono le principali fonti di rischio geopolitico". Per il 2025 la stima dell’inflazione resta al 2,2%, al 1,9% di giugno per il 2026. Il Pil crescerà di 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026.

Per evitare il declino, su piano strutturale, serve una scossa drastica. Da qui il riconoscimento al suo predecessore, Mario Draghi, del merito della sua diagnosi dell’economia europea. "È un rapporto formidabile – spiega – e indica anche riforme strutturali che potrebbero essere estremamente utili per rendere l’Europa più forte". I governi tengano conto delle sue proposte. Cauta, sulla possibile fusione tra Unicredit e Commerzbank: "Sarà interessante vedere questo processo dipanarsi". 
 

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