Intanto i Paesi Opec+ hanno deciso di far slittare l’aumento di produzione di 180mila barili al giorno a dicembre 2024 e un grande esportatore di petrolio come l’Iraq ha ridotto, sempre in accordo con l’Opec+, la produzione a 3,3 milioni di barili al giorno. Ma fuori dall’Opec si produce sempre più petrolio: “Un importante contributo alla sovrabbondanza dell’offerta viene dal Brasile, che ha inaugurato, di recente, un nuovo giacimento, dedicato peraltro ad Anita Garibaldi così come negli Usa procede a pieno ritmo la produzione attraverso il fracking”. E, secondo Tabarelli, i prezzi attuali potrebbero resistere fino a fine anno.
Un vantaggio per i consumatori, ovviamente, anche se partiamo da differenziali importanti rispetto agli altri Paesi. “Da noi – spiega Tabarelli - l’elettricità è a 200 euro per megawattora (MWh) negli Usa e in Cina sotto gli 80 euro. E per il gas le distanze sono ancora maggiori, 60 euro/MWh da noi, 12 negli Usa”. Il ribasso del prezzo del petrolio comporta una riduzione del costo dei derivati del petrolio, dalla benzina al gas, fino all’elettricità. Il calo del petrolio ha effetti positivi anche sui listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti, considerato che l'88% della merce in Italia viaggia su gomma e risente dei costi di trasporto. E ci si può, quindi, aspettare anche un rallentamento dell’inflazione nei prossimi mesi.
EconomiaCrolla il petrolio: cosa sta succedendo. Il fattore Cina e i riflessi sul prezzo della benzina