Prorogata per un altro anno Quota 103 (composta da 62 anni di età e 41 di contributi) come via d’uscita anticipata, a utilizzarla nel 2025 saranno di fatto soprattutto coloro che, nati nel 1962, hanno raggiunto i requisiti nell’anno in corso, mentre i nati del 1963, che agganceranno la Quota nel corso del prossimo anno, dovranno attendere quasi tutti fino al 2026 per poter lasciare effettivamente il lavoro. Sempre che in entrambi i casi possano vantare anche i 41 anni di attività. I sessantaduenni del 2024 e del 2025 sono stati e saranno costretti in larga maggioranza a dover ritardare il pensionamento perché le cosiddette e famigerate "finestre mobili" fanno slittare in avanti di 7 mesi (per i lavoratori privati) o 9 (per i pubblici) la conquista del primo assegno dal momento della maturazione dei requisiti. Il risultato è che nel 2025 potranno uscire nell’anno solo i lavoratori che raggiungeranno le condizioni richieste nei primi 5 mesi del prossimo anno, se privati, o nei primi 3, se pubblici. Non basta. Chi andrà via con questa formula dovrà accettare anche il calcolo interamente contributivo del trattamento, con penalizzazione dell’importo anche fino al 20 per cento.
EconomiaManovra e pensioni: le strade (sempre più strette) per uscire dal lavoro nel 2025