Stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro, ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. In base al testo della manovra – infatti – chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata (moltiplicata per il coefficiente di 0.5) per quanti hanno un solo figlio ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Un contribuente senza figli con un reddito che supera i 100mila euro all’anno potrà detrarre a conti fatti 4mila euro.
Ma le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni prevista dalla manovra. Il testo depositato alla Camera, su questo, è molto chiaro: “Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese – si legge – le spese sanitarie detraibili” così come “sono esclusi” gli oneri “sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024”. Inoltre “a fini del presente articolo il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Confermate le detrazioni per le madre lavoratrici con figli. La Manovra prevede che per accedere al beneficio le lavoratrici “devono essere madri di due o più figli e l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo”. Dal 2027, si legge ancora, se madri di tre o più figli, l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del più piccolo.