È sempre l’Istat a sollevare il coperchio sulla sanità, in un Paese dove nel 2023 gli italiani che avevano rinunciato a curarsi per motivi economici, scomodità o liste d’attesa troppo lunghe, erano ben il 7,6% contro il 6,3% del 2019. Se continua a salire il conto per le famiglie, nel 2023 la spesa sanitaria cala dello 0,4%, a 130,2 miliardi, per assestarsi sui livelli pre-pandemia. Insufficiente, secondo gli economisti dell’Upb, per stare al passo col fabbisogno delle Regioni. I numeri snocciolati dall’Istat su medici e infermieri tracciano un trend che è il contrario rispetto alle necessità: secondo Bankitalia nei prossimi 10 anni serviranno il 30% di camici bianchi in più. Tutto il personale con almeno 60 anni alla fine del 2022 cesserà di lavorare nell’arco dei prossimi dieci anni: ciò corrisponde a più di 27.000 medici, oltre 24.000 infermieri e altrettanti addetti del ruolo tecnico e a 28.000 fra medici e pediatri di base. Eppure, non sono finanziate nuove assunzioni, osserva la presidente dell’Upb, Lilia Cavallari.
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