Non sono pochi i casi registrati in Italia di rivenditori che, in barba alle suddette regole del Codice del consumo, non accettano di cambiare un prodotto che gli viene restituito in assenza della sua confezione o della scatola di imballaggio. In questo scenario è il consumatore ad avere ragione e il negoziante in torto, con il primo che può far valere i propri diritti denunciando l’accaduto al Garante di mercato, l’Agcom, e citare il rivenditore in una causa civile. Stiamo descrivendo, naturalmente, una situazione molto estrema e priva di soluzioni alternative, con il consumatore che molto spesso può risolvere la matassa con il venditore dicendogli di informarsi meglio sulle leggi previste in Italia.
A quanto detto va aggiunto un altro aspetto che, da sempre, è mal interpretato nel settore del commercio. Un consumatore che intende far valere la propria garanzia non ha l’obbligo di esibire necessariamente lo scontrino al venditore. Così come previsto dalla legge, infatti, l’acquirente ha solo il dovere di dimostrare di aver comprato quel dato prodotto in uno specifico esercizio commerciale e, dunque, può essere sufficiente anche mostrare prove diverse, come l’estratto conto della carta di credito o del bancomat o qualsiasi altro documento giustificativo rilasciato dal venditore.