![Luigi Sbarra, 64 anni, dal 3 marzo 2021 segretario generale della Cisl. Da domani lascia il posto a Daniela Fumarola Luigi Sbarra, 64 anni, dal 3 marzo 2021 segretario generale della Cisl. Da domani lascia il posto a Daniela Fumarola](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZjVlM2MxM2EtNmJmMS00/0/whatsapp-image-2025-02-09-at-16-53-14-1.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Luigi Sbarra, 64 anni, dal 3 marzo 2021 segretario generale della Cisl. Da domani lascia il posto a Daniela Fumarola
Roma, 10 febbraio 2025 – Segretario Sbarra, quale vorrebbe che fosse il suo lascito ai lavoratori e al Paese alla vigilia del passaggio di testimone alla nuova leader della Cisl?
“Credo che in questi anni, insieme con tutta la comunità cislina, siamo riusciti a dare vigore a un modello sindacale riformista, pragmatico, radicato nei valori ma senza nostalgie passatiste, saldamente proiettato nel progresso – avvisa Luigi Sbarra a poche ore dall’assemblea organizzativa che vedrà anche l’intervento della premier Giorgia Meloni –. Siamo un’organizzazione libera, capace di fare proposte concrete, rispettata da tutti gli interlocutori istituzionali e sociali, che ha contrastato una deriva sindacale e sociale ideologica e antagonista. Lascio la Confederazione con 172mila iscritti attivi in più rispetto a 4 anni fa: vuol dire che le persone ci hanno capito”.
Quale è il bilancio finale? Quale è stato il momento più difficile?
“Sono stati anni complessi, impegnativi, che hanno messo a dura prova il Paese e il mondo del lavoro. Ma il bilancio è sicuramente positivo. La Cisl ha avuto sempre un ruolo centrale, assumendo posizioni chiare, anche controcorrente: penso al sostegno della vaccinazione obbligatoria, all’appoggio chiaro e senza equivoci all’Ucraina, agli accordi con il governo Draghi, fino alla stagione attuale del governo Meloni con cui abbiamo dialogato e ottenuto risultati importanti. Forse la giornata più esaltante è stata quella della consegna delle 400mila firme raccolte sulla legge per la partecipazione, con cui intendiamo attuare finalmente l’articolo 46 della Costituzione. Una norma di civiltà ora in approvazione alla Camera su cui tutte le forze parlamentari dovrebbero convergere”.
Si va, però, verso una approvazione solo dei partiti di governo. Il Pd sostiene che il progetto iniziale è stato annacquato.
“Guardi, la nostra proposta di legge è stata firmata due anni fa da esponenti politici di tutti gli schieramenti politici e da intellettuali di ogni formazione culturale. Sapevamo che il cammino parlamentare non sarebbe stato facile. Ma i quattro capisaldi della legge non sono stati toccati: la partecipazione organizzativa, consultiva, gestionale ed economico finanziaria dei lavoratori alla vita delle imprese sono tutti principi confermati e declinati in maniera chiara”.
Si sostiene che la contrattazione ne esca svilita.
“Al contrario, è stato preservato il sostegno alla contrattazione collettiva con gli incentivi economici stanziati nella legge di bilancio, ben 72 milioni di euro, per premiare le aziende che accetteranno modelli partecipativi. Si investe sulla formazione dei lavoratori, si riconosce il ruolo degli enti bilaterali. Su una legge storica che attendono da 80 anni milioni di lavoratori italiani si misura la reale volontà di riformismo di tutte le forze politiche. Si mettano da parte divisioni politiche, battaglie identitarie, bandiere ideologiche. Sarebbe un bel segnale per il Paese”.
Domani all’Assemblea dei quadri e delegati della Cisl verrà anche Giorgia Meloni. Non teme che qualcuno vi accusi di collateralismo con il governo?
“Sarebbe un’accusa curiosa, specialmente se mossa da chi ha ospitato leader politici di opposizione su palchi sindacali. Il presidente del Consiglio dei ministri rappresenta il governo del Paese. E se la premier accetta di parlare e di sostenere la partecipazione a una nostra iniziativa non solo l’ascoltiamo, ma la ringraziamo. O dobbiamo essere per forza “contro“, anche a chi sostiene le nostre battaglie? L’autonomia non si misura sulle locandine dei convegni, ma sulla coerenza dei comportamenti di fronte al cambiare delle maggioranze. La Cisl dialoga con tutti, ma sempre con la forza delle proprie idee. Nessun collateralismo. Nessun antagonismo”.
A che punto sono invece oggi i rapporti con gli altri sindacati?
“Sul piano personale assolutamente cordiali. Ma restano le divergenze venute alla luce in questi anni, in particolare su quale deve essere il ruolo del sindacato in questa fase complessa e di grandi cambiamenti. Ruolo che per noi deve essere sempre funzionale a ottenere risultati. Il che non vuol dire escludere il conflitto, ma prediligere il confronto”.
Quale messaggio rivolge alla Cisl e alla futura leader Daniela Fumarola?
“Daniela non ha bisogno di suggeritori. È una bravissima sindacalista, ha esperienza e coraggio, pragmatica e competente. Si è fatta le ossa prima nella sua terra pugliese e poi al mio fianco a livello nazionale, cogliendo straordinari risultati sul piano politico-organizzativo e del rapporto con tutte le strutture della Cisl. Ha grandi qualità umane e le carte in regole per fare bene nel nuovo ruolo che si accinge a svolgere con autonomia, autorevolezza, concretezza”.