Martedì 16 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Fisco, come funzionerà la sanatoria: ipotesi condono fino a 30mila euro

Varrà solo per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma non è riuscito a pagare tutte le tasse

Roma, 19 luglio 2023 – Per rispettare i canoni del politically correct viene definita, anche sui media, "pace fiscale". In realtà è il classico condono tombale, a tutti gli effetti. La proposta è stata lanciata dal leader della Lega, Matteo Salvini, innescando una valanga di critiche dall’opposizione e qualche distinguo anche nella maggioranza, soprattutto alla vigilia del voto sulla delega per la riforma fiscale e l’avvio operativo della rottamazione quater (a ottobre cominceranno i versamenti da parte dei contribuenti). Ma come potrebbe funzionare la nuova sanatoria? A chi è diretta e quali possono essere le conseguenze sulle tasche dei cittadini non in regola con il fisco? Manca ancora una bozza di provvedimento. Ma la cornice del prossimo condono potrebbe essere questa.

Quanti condoni fiscali ci sono stati?
Quanti condoni fiscali ci sono stati?

Da 15 a 30mila euro

La sanatoria non sarà per tutti i contribuenti. Ma solo per coloro che hanno un debito con il fisco non superiore a una determinata soglia. Per Salvini potrebbe essere di 30 mila euro. Ma c’è anche chi sussurra di una trattativa per ridurla e mettere d’accordo le diverse anime della maggioranza. Fra le ipotesi che circolano, quella di un limite di 15mila euro.

I beneficiari

Altro punto fermo sono i criteri per l’accesso alla sanatoria. Potranno chiedere di fare pace con il fisco solo i contribuenti che hanno regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi ma poi, per motivi economici, non sono stati in grado di pagare tutte le tasse previste. Sono categoricamente esclusi i cosiddetti "evasori totali", quelli che non hanno versato un euro nelle casse dell’erario e non si sono neanche premurati di fare la dichiarazione fiscale. E, non sono previste neanche sanatorie per chi fa rientrare capitali dall’estero.

I numeri

Anche così la platea potenziale, secondo le prime stime, potrebbe essere di circa 15 milioni di contribuenti. Non rientreranno nella sanatoria neanche i contribuenti "ritardatari", quelli che già oggi possono usufruire del cosiddetto ravvedimento. Tra le soluzioni che potrebbero essere previste nel testo definitivo della sanatoria, non dovrebbe essere inserita, sempre secondo fonti della maggioranza, la possibilità di effettuare una dichiarazione integrativa per i redditi non dichiarati.

Come funzionerà

Sarà sicuramente più conveniente della rottamazione-quater, alla quale hanno aderito circa 3,8 milioni di italiani per un incasso potenziale fra i 50 e 70 miliardi. Infatti, oltre a "condonare" le voci relative alle sanzioni, agli interessi e all’aggio la sanatoria proposta dal leader della Lega prevede uno sconto sostanzioso anche sul capitale non versato. Una sorta di "saldo e stralcio" con la possibilità di regolare tutte le cartelle esattoriali versando solo una percentuale delle tasse "evase".

La quota 

Anche qui bisognerà decidere la quota "una tantum" da versare. Le ipotesi sono tante. Un precedente, però, c’è. Nella legge di Bilancio 2019 il ministro Matteo Salvini, all’epoca vicepremier nel governo giallorosso con i cinquestelle e Conte presidente del Consiglio, inserì un meccanismo di "saldo e stralcio" per le cartelle esattoriali emesse fra il 2000 e il 2017, sia pure direttamente proporzionale al reddito Isee dichiarato. In particolare si potevano saldare i conti con il fisco pagando fino al 16% dell’importo dovuto fra capitali e interesse per redditi non superiori a 8500 euro l’anno, al 20% fra 8.500 e 12.500 euro e al 35% fra 12.500 e 20mila euro.