Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

La linea di Salvini dopo le elezioni: "Per la flat tax pronto un piano da 30 miliardi"

Ma Conte frena: "Non abbiamo ancora parlato di manovra". Il vicepremier leghista replica anche all'Europa: "Lo spread sale perché conviene tenere sotto scacco l'Italia, ma il tempo delle letterine è finito". E poi smentisce l'ultimatum a Di Maio

Il vicepremier Matteo Salvini (Lapresse)

Roma, 28 maggio 2019 - Dalle parole ai fatti. Proprio come dichiarato subito dopo le elezioni che hanno decretato l'ascesa della Lega, il vicepremier Matteo Salvini annuncia via Facebook la "proposta documentata centesimo per centesimo che siamo pronti a portare in Consiglio dei ministri e in Parlamento" per la flat tax, "la 'tassa piatta' sui redditi delle imprese e delle famiglie almeno fino a 50mila euro". "Con 30 miliardi di euro si fa la riduzione fiscale", prosegue il ministro dell'Interno sottolineando che "è studiata dagli economisti della Lega". "Se fra un anno saremo stati bravi il debito sarà sceso e il pil sarà salito", aggiunge Salvini assicurando che "non aumenta l'Iva, non tassiamo la casa e i conti correnti".

Ma il premier Giuseppe Conte prende tempo: "Non abbiamo ancora iniziato a discutere della manovra economica e di riforma fiscale", commenta al suo arrivo a Bruxelles per il vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione. "Fatemi riprendere dopo la competizione le fila del dialogo con gli esponenti delle forze di maggioranza e inizieremo ad analizzare i dossier".

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Da Salvini arriva poi la replica al richiamo dell'Unione Europea. "Signori di Bruxelles è finito il tempo delle letterine, dei richiami, del 'tu sei stato cattivo e vai dietro alla lavagna e rimani precario o disoccupato per 10 anni perché è questa la regola europea'. Riprendiamoci il diritto alla crescita e al futuro". Lo spread sale non perché il 34% degli italiani ha votato Lega ma perché "c'è qualcuno che ha convenienza a che l'Italia e il governo italiano siano vincolati a regole vecchie, che tengono il paese sotto scacco della precarietà, della disoccupazione e della paura". "Siamo tutti uguali, sì? - continua Salvini - E allora non si capisce perché i titoli di Stato tedeschi devono essere in negativo e quelli italiani debbano costare il 2% a chi li sottoscrive. C'è qualcosa che non funziona".

"Fino a che l'Italia non dimezzerà il suo tasso di disoccupazione, scendendo dal 10 al 5%, abbiamo diritto a investire", incalza il leader leghista. "Sul lavoro, sulle infrastrutture, sulle strade, sulle scuole, sugli ospedali, a risarcire i risparmiatori truffati, in sicurezza e ad assumere poliziotti".

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CAPITOLO M5S - E poi il capitolo 5 stelle e possibile crisi di governo. Salvini risponde con un secco  "Non esiste..." alle voci su un voto anticipato già a settembre. "Non esistono queste voci, io non voglio andare a votare", dice all'Adnkronos il vicepremier. Il leader della Lega si dice pronto ad andare avanti con Luigi Di Maio e l'esperienza del governo gialloverde: "Io resto con i 5 stelle, perché dovrei lasciarli?" afferma. E poi lasciando la Camera Salvini rispondendo alle domande ha detto che con Di Maio "Non ci siamo più sentiti. Siamo rimasti agli sms di domenica notte, poi basta". In mattinata poi, ospite di Rtl 102.5, il vicepremier del Carroccio ha anche negato di aver dato un ultimatum di 30 giorni all'alleato di governo. "Agli alleati dei Cinque Stelle e al Presidente del Consiglio chiedo coraggio e visione per il futuro, non la piccola gestione quotidiana che i leader europei hanno chiesto ai popoli negli anni passati e comunque vada Lega e Cinque Stelle hanno ben più del 50% dei consensi" ha anche sottolineato.