Mercoledì 18 Settembre 2024
SOFIA SPAGNOLI
Salvadanaio Digitale

Criptovalute, rischi e opportunità

Comparse nel 2009, le monete digitali nel corso degli anni sono state via via regolamentate. La situazione attuale

Roma, 18 settembre 2024 – Sono trascorsi 15 anni dal 3 gennaio 2009, quando vide la luce il primo blocco di Bitcoin, la più famosa tra le criptovalute. Questa data segnò l’inizio dell’era delle valute digitali, ovvero le forme di denaro native del mondo online (chiamate anche “token”), decentralizzate e pensate per funzionare su Internet. Ma possono le criptovalute, emblema di libertà e decentralizzazione dell’universo finanziario, essere regolamentate per proteggere i loro consumatori?

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Il Bitcoin è stata la prima criptovaluta coniata 15 anni fa

I numeri

Negli ultimi decenni, le cripto-attività hanno vissuto una crescita esponenziale, passando da circa 2.800 nel 2019 a oltre 9.000 oggi. Tuttavia, nonostante molte di esse siano state progettate per sostituire la moneta tradizionale nei pagamenti al dettaglio, questo traguardo non è ancora stato raggiunto.

I rischi

Come in tutte le grandi rivoluzioni, anche per le criptovalute è stato necessario del tempo per colmare i vuoti normativi e mitigare i rischi per gli utenti. Le red flag tipiche delle cripto-attività includono, innanzitutto, il rischio di mercato, ovvero la possibilità di subire perdite a causa della forte volatilità delle quotazioni.

Esiste poi il rischio di fallimento dell’emittente, dal momento che non tutti gli emittenti globali sono soggetti a vigilanza. C’è poi il pericolo legato all’assenza di tutele legali e contrattuali per i clienti, data la mancanza di regolamentazione per molte cripto-attività a livello globale, a cui si aggiungono il rischio di frodi, dovuto alla complessità di questi strumenti spesso poco compresi dagli utenti, e il pericolo di incombere in attacchi informatici, essendo le criptovalute scambiate su piattaforme digitali.

La regolamentazione Ue

Dal momento che il mondo dei token è caratterizzato da una regolamentazione eterogenea e priva di direttive globali comuni, l’Unione Europea ha introdotto il Regolamento Micar (Markets in Crypto Assets Regulation). Pubblicato a giugno 2023, il Micar entrerà in vigore a dicembre 2024 e stabilisce norme per l’emissione, l’offerta e la gestione delle cripto-attività.

Il regolamento suddivide le cripto-attività in tre categorie: i token di moneta elettronica (Emt), legati a una singola valuta e usabili per pagamenti.

EMT

Solo le banche o gli istituti di moneta elettronica autorizzati possono emettere gli Emt, e gli emittenti sono soggetti a una stretta vigilanza per garantire la corretta gestione dei fondi. Gli acquirenti di questi token godono di diritti specifici, come quello di ottenere un rimborso al valore nominale della valuta di riferimento in qualsiasi momento. Inoltre, hanno il diritto di presentare reclami e di rivolgersi a organismi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in caso di problemi.

ART

I token collegati ad attività, noti come Asset-Referenced Tokens (ART), sono cripto-attività progettate per mantenere un valore stabile facendo riferimento a un paniere di beni, che può includere una o più valute ufficiali o specifici strumenti finanziari come i titoli di Stato. Anche questi possono essere emessi solo da banche o da soggetti specificamente autorizzati e, come con gli Emt, chi acquista Art ha diritti chiari, tra cui il diritto di ottenere un rimborso.

Other than

In questa categoria residuale ricadono le cripto-attività diverse dalle precedenti. Per gli “other than” MiCAR non disciplina l’emissione ma solo l’offerta al pubblico. L’idea di una categoria residuale aperta corrisponde all’esigenza di rendere applicabile il Regolamento anche a possibili sviluppi di nuove cripto-attività. Rientrano, ad esempio, in questa categoria gli utility token, cioè quei token che danno il diritto ad accedere ad un certo bene o servizio scambiato tramite la tecnologia a registro distribuito o tecnologia equivalente.

Non a rischio zero

Ma attenzione: il Micar non ci mette al riparo da tutti i rischi. Non può coprire dal rischio connesso alle oscillazioni fisiologiche del valore del paniere a cui alcune cripto attività sono agganciate. Per molte cripto-attività, le oscillazioni sono ancora più forti perché il loro valore non è agganciato ad altre attività. Infine, bisogna ricordare che, pur rappresentando un primo e importante passo in avanti, MiCAR non è regolamenta interamente il mercato: non copre, infatti, alcune tipologie di cripto-attività (come, ad esempio, i non fungible token o NFT, come le opere della digital art).