RIUSCIRE a risparmiare qualche euro a fine mese non è facile di questi tempi. Ma se ci riuscite, oppure avete già delle somme – piccole o grandi – depositate in banca, potreste esservi allarmati sentendo le notizie di grandi banche americane e persino svizzere finite nel tunnel del fallimento. Carlo Messina (nella foto sopra), l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la più grande banca del nostro Paese, ha spiegato che il sistema italiano si "fonda sui depositi per la gran parte delle famiglie e rispetto ad altri sistemi ha una solidità molto superiore". Ma come si può essere davvero sicuri che i propri risparmi non correranno mai rischi e nello stesso tempo garantirsi un rendimento evitando di lasciare i soldi parcheggiati sul conto corrente?
Occhio alle garanzie. Innanzitutto bisogna ricordarsi che il fallimento di una banca è un evento raro, ma non impossibile. E quando succede sono guai. Esiste però un importante strumento di difesa: si tratta del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Il Fondo copre depositi a risparmio liberi o vincolati (conti correnti e conti di deposito), certificati di deposito e assegni circolari fino a un limite di 100mila euro per ciascun depositante e 200mila nei casi di conti cointestati. Il limite dei 100mila euro può essere esteso se si aprono più conti in banche diverse mentre la garanzia vale per somme superiori in caso di saldi temporanei, con un massimo di nove mesi. Per esempio nel caso riceviate il bonifico per la vendita di una casa e in quel periodo venga superato il tetto dei 100mila euro.
Conti correnti sicuri ma avari. Se tenere la liquidità sul conto corrente mette al riparo dai rischi, non produce alcun interesse o, nei casi migliori, qualche punto decimale. Quindi, come consigliano gli esperti, va lasciato sul conto corrente – per cui si pagano alla banca le spese di gestione oltre alle imposte di bollo se la giacenza media supera i 5mila euro all’anno - quello che serve per le spese ordinarie e per coprire eventuali emergenze, mentre se volete avere anche un rendimento che difenda un po’ i risparmi dall’inflazione, e nello stesso tempo non volete correre rischi, esistono altre soluzioni a partire, restando sempre nel campo della liquidità, e quindi senza investimenti in azioni o obbligazioni, dai conti di deposito.
Con i rialzi dei tassi decisi dalla Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde (in foto), sono tornati interessanti proprio i conti di deposito che avevano perso appeal al tempo della stagione dei tassi zero. Offerti da quasi tutti gli istituti di credito vedono però le condizioni più interessanti proposte, come rilevano a Sostariffe.it, da piccole banche emergenti. I conti deposito dispongono della garanzia del Fondo di tutela ma rispetto al conto corrente hanno il vantaggio di offrire un rendimento che cresce – dal 3 fino a oltre il 4% - se le somme vengono vincolate in genere per 2-3 anni ma anche 5.
Ricordatevi però che quelli pubblicizzati sono rendimenti lordi perché sugli interessi dovrete versare un’imposta del 26%. Nel caso di depositi vincolati, per riottenere il capitale investito dovrete attendere la scadenza o, qualora il contratto preveda anche un rimborso anticipato, solitamente vengono applicate delle penali. Fate attenzione a chi propone tassi più alti all’ingresso, pubblicizzati per rendere più attraente l’investimento. Di per sé non c’è nulla di male, ma il tasso potrebbe ridursi dopo alcuni mesi o un anno.