IL 2022 È ANDATO abbastanza bene: il valore degli immobili è cresciuto del 3,8%, con un picco del 6,1% per le nuove abitazioni. Certo, l’incremento non è stato sufficiente a contrastare l’aumento a due cifre dell’inflazione. Ma la trincea del mattone ha tenuto. Se non altro perché si è trattato, come ha certificato l’Istat. Del terzo aumento annuo consecutivo, dopo l’1,9% del 2020 e il 2,5% del 2021, gli anni orribili della pandemia. Complessivamente c’è stato nel triennio un aumento del valore degli immobili di quasi otto punti, con le compranvendite che hanno mantenuto il ritmo. Ma il trend, quest’anno, potrebbe bruscamente cambiare il segno. Soprattutto a causa del repentino aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce, che ha avuto un effetto immediato non solo sui mutui già attivi ma anche su quelli ancora da sosttoscrivere. Con il risultato che gli italiani avranno più difficoltà ad acquistare le abitazioni, con un inevitabile rallentamento della domanda.
I primi effetti si sono avvertiti nell’ultimo trimestrel 2022, con una frenata dei contratti di acquisto e vendita del 2,1%, secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Lo stop determina anche un congelamento dei prezzi. Nello stesso trimestre, secondo l’Istat l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistato dalle famiglie non ha subito nessuna variazione. Pur registrando un aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita dei prezzi è particolarmente sostenuta nel Nord, più contenuta nel Centro e nel Sud e Isole, dove però si registra, per le abitazioni nuove, la variazione tendenziale più alta del paese, del più 7,8%. Mentre se si guarda alle città è in testa Milano, con un aumento su base annua del 7,5%; seguono Roma e Torino.
Ma allora, conviene acquistare o aspettare ancora? Nessun problema, o quasi, per chi vende e acquista o, in generale, per chi compra una casa da destinare ad abitazione e non per fare un investimento di breve o medio termine. Diverso il caso dei risparmiatori che si trovano di fronte al rebus dei prezzi: c’è chi stima una stabilizzazione dopo gli aumenti degli anni passati e chi, invece, prevede un calo dei valori, a vantaggio di chi acquista.
Potrebbero esserci meno compravendite e valori ancora in rialzo, con la conseguenza che trovare casa diventerà più difficile per tutti.
Diverso il caso di chi vuole trasformare la casa nel business degli affitti-vacanza, una tendenza rafforzata dal boom del turismo dopo la chiusura pandemica. Il risultato è che difficilmente avremo un rallentamento dei prezzi in Italia nel 2023. Secondo Standard&Poor’s, ad esempio, la flessione ci sarà ma il mercato italiano non è uno di quelli in cui si può assistere a un crollo dei prezzi.