Martedì 26 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Il fascino discreto di Bot e Btp per garantirsi capitale e interessi

Il fascino discreto  di Bot e Btp  per garantirsi  capitale e interessi

Il fascino discreto di Bot e Btp per garantirsi capitale e interessi

DOPO UN PERIODO DIFFICILE, avaro di soddisfazioni per chi aveva puntato sui bond, a partire da Bot e Btp, con interessi più che modesti nella stagione dei tassi zero e, ancora peggio, se aveva scelto i fondi obbligazionari con le commissioni superiori ai rendimenti a cui si sono aggiunte anche perdite del capitale in doppia cifra, è tornata l’ora dei cari vecchi titoli di Stato. Nelle scorse settimane Federico Freni, Sottosegretario al ministero dell’Economia (a destra in foto) ha annunciato nuove emissioni che si aggiungeranno a quelle del Btp Italia e Btp Futura riservati al "risparmiatore medio" e caratterizzati da un "rendimento interessante non necessariamente legato all’inflazione". Con i rialzi dei tassi decisi dalla Bce, che ha portato a inizio maggio il tasso di riferimento del costo del denaro al 3,75% facendo sapere che le strette monetarie anti-inflazione, non sarebbero ancora terminate, pur non compensando la perdita di potere d’acquisto determinato da un carovita oltre l’8%, i titoli governativi sono tornati a garantire rendimenti anche superiori al 4% lordo all’anno, come nel caso del Btp decennale. E vicini a questa soglia per le scadenze più brevi fino al 3,20% circa per i Btp a due anni.

I titoli di Stato – Bot, Bop, Cct – sono quindi uno strumento che, all’interno di un portafoglio diversificato, possono essere utilizzati per avere una remunerazione della liquidità, specialmente se si pensa a scadenze brevi, al posto di lasciare i soldi sul conto corrente. Non solo, rispetto ad altri investimenti, come in fondi o le azioni, i titoli di Stato godono di un trattamento fiscale di favore con un’aliquota sugli interessi limitata al 12,5% rispetto al 26%. Non solo l’acquisto non prevede commissioni. I titoli di Stato possono essere acquistati sia in fase d’asta, quando cioè il Tesoro procede a nuove emissioni, sia sul mercato secondario. Pur essendo delle obbligazioni, pensare che comprando un Btp o un corporate bond, cioè l’obbligazione emessa da una società (azienda o banca, in genere quotata) non si corrano rischi però sarebbe sbagliato e imprudente. Il prezzo d’acquisto dei Btp, come degli altri titoli obbligazionari, infatti, può oscillare in alto o in basso in base all’andamento dei tassi.

Se i tassi salgono il valore in conto capitale scende, viceversa se i tassi scendono aumenta. Il lato positivo è che comunque alla scadenza, non vendendo cioè in anticipo il titolo, il capitale viene rimborsato sempre al 100 per cento. Chi pensa, oggi, di diversificare gli investimenti optando per l’obbligazionario, a partire dai Btp, deve però tenere conto, come spiega il Centro studi di Moneyfarm, del processo di rialzo in corso dei tassi d’interesse e dell’inflazione che mette a rischio il valore reale dei titoli.

Fattori che possono influire in modo negativo sulle prospettive di rendimento delle obbligazioni, in particolare a breve termine. Eventuali nuovi rialzi dei tassi, insieme con la decisione della Bce di ridurre fino quasi ad azzerare l’acquisto di titoli, potrebbe creare nei prossimi mesi nuove tensioni sui Btp e quindi chi li compera oggi veder ridurre il valore in conto capitale.