Martedì 12 Novembre 2024

Banca Generali investe sui consulenti del futuro

Banca  Generali  investe  sui consulenti  del futuro

Banca Generali investe sui consulenti del futuro

IL RISPARMIO degli italiani continua ad essere una sorta di bene rifugio, pressoché inesauribile, e la domanda di consulenza sta crescendo sensibilmente. Le masse Assoreti sono aumentate enormemente passando da 257 miliardi nel 2012 a oltre 700 miliardi nel 2022. Ma il numero dei consulenti è rimasto pressoché invariato. Non solo: nuovi trend, dal digitale alla sostenibilità, stanno cambiando il mondo degli investimenti e la professione, dunque servono nuove figure di banker capaci di integrare e cavalcare il cambiamento. Per rispondere a queste sfide Banca Generali ha deciso di lanciare una sorta di road-show per i giovani. La realtà controllata dal Leone è partita da Bologna, dove l’ad Gian Maria Mossa (nella foto a destra), il vice-direttore Marco Bernardi (nella foto a sinistra in alto), l’area manager Alessandro Mauri (nella foto a sinistra in basso), insieme all’imprenditore digitale Marco Montemagno, ad esperti di finanza e risparmio gestito oltre a due consulenti finanziari 40enni d’eccezione (Valeria Resta e Davide Piovera) hanno incontrato oltre 100 giovani del territorio desiderosi di entrare in contatto con l’esclusivo mondo del private banking.

"E’ stato bello vedere l’interesse di tanti ragazzi verso la nostra professione – ha commentato Mossa – A Bologna, durante l’evento ‘New Generation’ organizzato a Palazzo Pepoli, abbiamo voluto far toccare con mano l’esperienza della consulenza finanziaria per avvicinare i più giovani alle sfide e alle opportunità di un percorso che sta evolvendo a grande velocità e che ha bisogno anche di energie e skills nuove. Competenza e preparazione per un lavoro straordinario in grado di offrire importanti gratificazioni non solo professionali, ma soprattutto umane e sociali, che ha come obiettivo la pianificazione e la protezione dei progetti di vita delle famiglie, coltivando quanto ci è più caro: la relazione di fiducia".

Più nel dettaglio il numero uno dell’istituto ha illustrato la banca (85,9 miliardi di masse in gestione; e un Cet 1 ratio del 16% solo per indicare i principali dati finanziari) e il suo modello unico di servizio nell’attuale contesto di discontinuità e ha affrontato i temi del talento e della sua talvolta mancata valorizzazione in Italia. Mauri ha introdotto la giornata e raccontato la storia di Banca Generali, indicandone i principali successi, mentre Bernardi si è focalizzato sulla professione del consulente e ha portato a supporto esempi di giovani private banker di successo come Piovera e Resta. Montemagno ha passato poi in rassegna l’evoluzione della relazione: a partire dalla vicinanza digitale (come la capacità di interagire con linguaggi e canali diversi) utile anche in finanza per riuscire a instaurare un dialogo con il proprio audience. Così come il bisogno crescente di colmare il grande gap italiano in tema di educazione finanziaria, le tendenze del momento (a partire dall’artificial intelligence), il concetto di reputation e di fiducia (che porta valore al modello) e infine l’importanza del personal branding.

Valore del servizio, innovazione e sostenibilità: questi i valori della private bank che gli interlocutori hanno portato ai giovani consulenti del futuro. Fari puntati sul servizio professionale integrato e multidisciplinare, rivolto a individui o famiglie tipicamente benestanti, che mira a proteggere, valorizzare e trasmettere il patrimonio. L’articolazione ed eterogeneità dei grandi patrimoni (fatti non solo di liquidità e investimenti ma anche di patrimoni famigliari, per esempio immobiliari e artistici) richiede un elevato livello di specializzazione sui diversi ambiti da parte dei professionisti che assistono la famiglia, ma soprattutto è essenziale la presenza di una figura, quella del consulente di fiducia, in grado di avere una visione d’insieme (il cosiddetto ‘approccio olistico’) e di svolgere il ruolo assimilabile a quello di direttore d’orchestra.

Partendo da questi pilastri Banca Generali sta puntando con decisione sulla formazione dei giovani consulenti. Nell’ultimo anno e mezzo ha accelerato l’inserimento di giovani provenienti dal mondo bancario e dai servizi finanziari al proprio interno costruendo percorsi ad hoc per lo sviluppo delle competenze. Nel 2022 l’istituto ha registrato un deciso incremento con il 27% degli inserimenti under 35. La percentuale di consulenti di questo cluster anagrafico introdotti nel 2023 è pari al 32,5%, mentre quella degli under 40 sale al 37,5%. I profili under 35 sono andati soprattutto a rafforzare l’espansione dei team di banker, sempre più protagonisti nel modello non solo di passaggio generazionale ma di affiancamento di competenze che si completano a vicenda. Nei primi mesi del 2023 la banca ha inserito altri 17 consulenti under 35.

"L’appuntamento bolognese – ha concluso Bernardi – ha generato una grande partecipazione, non a caso, visto l’interesse crescente che la professione sta suscitando tra i giovani. Guardiamo a persone in cerca di una vera crescita professionale, basata su piani formativi specifici, su livelli di servizio migliori e una libertà di azione che solo le aziende basate su un modello di business che ha come perno centrale il consulente finanziario sono in grado di offrire".

Alberto Levi