Martedì 16 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Economia

Salario minimo, 4,5 milioni di lavoratori in Italia prendono meno di 9 euro: ecco in quali settori

Vigilanza, pulizie e tessile, ma non solo: sono diverse le categorie sotto la soglia salariale della proposta delle opposizioni

Roma, 12 agosto 2023 – Il salario minimo è previsto in 22 Paesi su 27 dell'Unione Europea, dopo che anche Cipro, dal primo gennaio di quest'anno, si è unito al club. Insieme all'Italia, gli altri paesi Ue senza una soglia nazionale per i salari sono Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia.

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Cosa prevede la Ue

L'indicazione di un minimo legale è stabilita per gli Stati membri da una direttiva del 2022 che ne prevede l'obbligo, a meno che la contrattazione collettiva non copra almeno l'80% dei lavoratori. E' questo il caso dell'Italia, che tuttavia include anche contratti capestro firmati da sigle di dubbia rappresentatività, vista la mancanza anche di una legge sulla rappresentanza. Per questo però il governo può scegliere se adottare o meno un minimo legale. Cosa che nessun governo ha mai fatto finora, come nessuno ha fatto leggi sulla rappresentanza sindacale.

Il salario dal Lussemburgo alla Bulgaria

Nei 22 paesi europei il minimo è adottato secondo varie modalità e soprattutto entità, che vanno dai 2.508 euro mensili del Lussemburgo ai 399 della Bulgaria, stando ai dati Eurostat aggiornati a luglio 2023.

La proposta delle opposizioni

La proposta dei 9 euro lordi l'ora, avanzata in Italia dalle opposizioni, prende anch'essa le mosse dall'indicazione comunitaria di fissare il minimo sulla base del 60% del reddito medio percepito nel paese.

In Italia 4,5 mln di lavoratori sotto i 9 euro

Considerato che secondo l'Inps questo riguarda il 13% degli impiegati nel privato (operatori turistici e assistenti domestici, della vigilanza e le imprese di pulizia, operai agricoli, rider...), si arriva a circa 4,5 milioni di persone che potrebbero essere coinvolte. Tra i casi più eclatanti il settore della vigilanza, che ha rinnovato il contratto a aprile dopo 8 anni di trattative a poco più di 5 euro l’ora. Meglio le imprese di pulizie, dove si ramazza per 6,52 euro lordi l'ora. Si arriva a 7,09 euro nel tessile e l'abbigliamento; 7,18 per i servizi assistenziali; 7,28 per pubblici esercizi e ristorazione; 7,48 nel turismo.

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La proposta Conte-Schlein-Calenda

Dopo non esser riuscita a condurre in porto un minimo salariale (di poco più di 8 euro) nella scorsa legislatura, l'opposizione si è raccolta, con la sola eccezione di Italia Viva, intorno alla proposta di legge in sette punti con primo firmatario il leader 5 stelle Giuseppe Conte.

  • Primo: a tutti i lavoratori si riconosce un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative, salvo trattamenti migliori.
  • Secondo: viene comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all'ora, per tutelare i settori più poveri e in cui è più debole il potere contrattuale dei sindacati.
  • Terzo: tale retribuzione riguarda anche i rapporti di lavoro parasubordinato e autonomo.
  • Quarto: viene istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative col compito di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario.
  • Quinto: va disciplinata e garantita l'effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso.
  • Sesto: riconoscere per legge l'ultrattività (ovvero la clausola che proroga la validità) dei contratti di lavoro scaduti o disdettati.
  • Settimo: stabilire un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina e istituire un fondo a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso.

Le critiche di Italia Viva

Quest'ultimo punto, ovvero la definizione di un fondo pubblico, è quello che suscita le maggiori critiche da parte di IV, che accusa soprattutto l'ex partner Carlo Calenda – officiante del tavolo tra maggioranza e opposizione – di aver ceduto al partito delle tasse. Da parte renziana si obietta anche all'idea di fissare il tetto per legge, preferendo semmai affidarsi da subito alla commissione sul modello tedesco, dove il parlamento recepisce l'indicazione di un comitato di sei persone (3 per le imprese e 3 per i lavoratori). Va anche detto che, dopo il recente aumento a 12 euro l'ora proposto dalla commissione e accolto dal parlamento, in Germania già è avviata la discussione sull'aumento a 14 euro. Inoltre Renzi propone una forma di partecipazione dei lavoratori agli utili degli aziende sul modello proposto dalla Cisl.

La risposta in 5 mosse della maggioranza

La premier ha manifestato la propria diffidenza rispetto al salario minimo diventi il massimo. Il governo promette di agire con altri strumenti, a cominciare dall'estensione della contrattazione collettiva come chiesto nel primo punto della proposta Conte. Inoltre l'esecutivo si propone di cambiare gli appalti pubblici, in modo che tra i criteri non si consideri il costo del lavoro (cioè gli stipendi) tra i fattori dove ci deve essere il "massimo ribasso”. Al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) presieduto da Renato Brunetta e l'Aran (che rappresenta lo Stato nelle trattative per i contratti nazionali) sarebbe affidato il ruolo di “controbilanciare gli effetti dei cosiddetti contratti pirata”. Infine, per cercare di contrastare il fatto che i contratti collettivi nazionali spesso restano senza rinnovo per anni invece dell'ultrattività si introdurrebbero delle “premialità”, probabilmente a mezzo di sconti fiscali, per favorire i rinnovi.