Martedì 24 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Economia

Salario minimo, la mossa della maggioranza: stop alla legge. Il Pd attacca: umiliati i lavoratori

Gli alleati di governo depositano un emendamento: no all’obbligo dei 9 euro all’ora, meglio contrattare

Roma, 15 luglio 2023 – Un “totem di propaganda in vista dell’estate". Con questa motivazione ieri, a sorpresa, la maggioranza di governo ha presentato in commissione Lavoro alla Camera, presieduta dal meloniano Walter Rizzetto, un emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo. Nonostante il confronto con le parti sociali, le molteplici audizioni e la palesata volontà di trovare un accordo anche con le opposizioni sul tema, alla fine hanno prevalso le pressioni di Confindustria per evitare di regolamentare per legge il salario minimo, facendo così insorgere opposizioni e sindacati.

Approfondisci:

Chi perde il Reddito di cittadinanza rischia anche l'assegno unico per i figli: ecco come fare

Chi perde il Reddito di cittadinanza rischia anche l'assegno unico per i figli: ecco come fare
Approfondisci:

Landini: “Subito il salario minimo. Dal governo solo finto dialogo e misure che accentuano la precarietà”

Landini: “Subito il salario minimo. Dal governo solo finto dialogo e misure che accentuano la precarietà”
La ministra del Lavoro Marina Calderone
La ministra del Lavoro Marina Calderone

Fonti della maggioranza, alla fine di una giornata complessa, hanno spiegato così la decisione: "Le opposizioni hanno eretto un muro sulla proposta, da noi avanzata, di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre". La maggioranza si è, quindi, sentita costretta a procedere e dare continuità a provvedimenti che hanno già dato i loro frutti, come il taglio del cuneo e il dl Lavoro, e quelli che tra qualche giorno arriveranno in Parlamento come appunto il prossimo disegno di legge lavoro. "Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali ed inattuabili". E la ministra del Lavoro, Marina Calderone, la spiega così: "Non credo al salario minimo per legge ma alla buona contrattazione collettiva. E credo veramente nel valore delle parti sociali e soprattutto nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia". Consumato lo strappo in commissione, immediatamente il Pd ha alzato la voce, a firma del capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Questa mossa certifica che la destra italiana è contro la dignità del lavoro e contro i poveri", ha dichiarato. "Dopo un decreto lavoro che ha istituzionalizzato la precarietà – ha proseguito – e dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, dopo l’elemosina della social card, ora il no alla proposta di salario minimo sancisce che Giorgia Meloni e i suoi alleati considerano i più fragili, chi ha meno, chi non ha lavoro, i loro avversari. Per noi sotto la soglia dei 9 euro non è lavoro, ma sfruttamento". E, di seguito, la segretaria del Pd, Elly Schlein: "Così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo. La maggioranza ci ripensi e approvi con noi questa proposta". Parole quasi in rima anche quelle di Giuseppe Conte: "Carovita? Lavoro sottopagato? Buste paga indegne? Ecco la risposta del governo: un emendamento confezionato in fretta e furia per sopprimere la nostra proposta sul salario minimo legale ma nessun segno di vita, da questa maggioranza, per annullare il vergognoso ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari. Blaterano di “patriottismo”, ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi". Risponde Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera: "Se la legge è l’unica strada per avere un salario minimo, perché Schlein e Conte non l’hanno approvata quando erano al governo? Perché non spiegano le ragioni tecniche e politiche per cui lo stesso obiettivo non si può raggiungere con la contrattazione collettiva? O quello della legge sul salario minimo è un tentativo del duo giallo-rosso per affidare a Landini e Cgil il monopolio della contrattazione con una legge sulla rappresentanza sindacale su misura?". Voce fuori dal coro quella di Matteo Renzi (il suo partito non ha condiviso la proposta delle altre opposizioni), convinto che al posto del salario minimo "sarebbe meglio concentrarci sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio".