Roma, 5 dicembre 2023 – Se non è un addio (almeno con questa maggioranza) alla speranza di introdurre in Italia un salario minimo, poco ci manca.
La bocciatura
L'aula della Camera ha infatti bocciato l'emendamento unitario delle opposizioni sul salario minimo. I voti contrari sono stati 149, favorevoli 111.
Il ddl salario minimo
Oggi infatti era in discussione alla Camera era in discussione il ddl salario minimo proposto dalle opposizioni. Un disegno di legge che era stato praticamente già affossato in commissione Lavoro dove la maggioranza aveva approvato un maxi emendamento che sostituiva il testo unitario delle opposizioni e affida al governo una delega per trovare entro sei mesi un meccanismo per garantire 'retribuzioni eque', cancellando di fatto il salario minimo a 9 euro. Le opposizioni (ad esclusione di Italia Viva) avevano così avanzato un emendamento alla Camera per riportare il ddl al testo originario (con il salario minimo a 9 euro) che però è stato bocciato.
L’opposizione
"Dopo balletti e teatrini e rinvii, il governo e Meloni hanno gettato la maschera, votando no al salario minimo legale e hanno voltato le spalle a 3,6 milioni di lavoratori. Con la stessa arroganza hanno fermato la speranza di tutti questi lavoratori sotto pagati, la maggior parte sono giovani. Chi in quest'aula ha votato no si deve vergognare, questo gesto non lo farete in nome mio e del Movimento 5 stelle, per questo ritiro la mia firma alla proposta di legge. Questa battaglia è stata rallentata ma noi la vinceremo perché il paese è con noi". Così il leader M5s, Giuseppe Conte strappando il testo originario in Aula alla Camera durante le dichiarazioni sulla delega al Governo per la legge sul salario minimo.
Ritiro della firma annunciato anche da Elly Schlein: “Tolgo la mia firma, questa non è più la nostra proposta, la maggioranza arrogante ha svuotato la proposta. Abbiamo raccolto 500mila firme degli italiani, ve ne siete fregati”.
La maggioranza
"Anche dall'Ue arriva la sonora smentita delle tesi propagandistiche di Pd e M5S: il Commissario per il Lavoro Schmit ha chiarito nuovamente che la direttiva europea non impone un salario minimo negli Stati membrini (il salario minimo in Europa). Serve invece estendere la contrattazione collettiva ai lavoratori che ne sono sprovvisti, aumentare le tutele e contrastare i contratti pirata. Sono le proposte di Forza Italia che vogliamo portare avanti per rilanciare concretamente l'economia e il mercato del lavoro, con buona pace di chi preferisce andare avanti a suon di bocciature e flop”. Lo dichiara la deputata Chiara Tenerini, capogruppo di Forza Italia in Commissione Lavoro, a margine dell'audizione del Commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit.
Cosa succede ora?
Cosa succede ora a chi percepisce un salario inferiore ai 9 euro (lordi) all’ora? Nulla, per il momento. Chi prende meno di 9 euro all’ora continuerà a percepire la stessa cifra. Qualcosa potrebbe cambiare in futuro, Nel senso che ora, in caso di approvazione della proposta di legge così come emendata dalla maggioranza sarà concessa al governo una delega (le proposte del Cnel) per trovare entro sei mesi un meccanismo per garantire 'retribuzioni eque'. Il che vuol dire tutto o nulla. Nel senso che il governo potrà presentare un decreto legge nel quale fisserà appunto dei paletti per ‘retribuzioni eque’. Lo potrà fare con meccanismi che colleghino il salario alla contrattazione sindacale nazionale (anche per le categorie che non hanno un contratto di lavoro nazionale) o fissando comunque una soglia minima di retribuzione (a questo punto appare altamente improbabile).
Chi prende meno di 9 euro all’ora
Secondo dati Inps, sono 4,6 milioni gli italiani che al momento guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora, escluse Tfr e tredicesima (se conteggiate, 1,9 milioni di persone). Tra i lavoratori dipendenti e impiegati dalle cooperative meno pagati troviamo i settori turistico, domestico, pulizie, vigilanza, lavoratori agricoli e rider. Tra i contratti peggiori emerge quello della vigilanza con poco più di 5 euro l’ora. A seguire imprese di pulizie con 6,52 euro l’ora e impiegati nel tessile con 7,09 euro l’ora. Neanche la paga oraria del turismo si salva: 7,28 euro per ora.