Martedì 16 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Salario minimo, Forza Italia spariglia con una sua proposta. Tutti i dettagli

L’obiettivo è far crescere i minimi salariali attraverso la contrattazione collettiva e il taglio del cuneo fiscale

Roma, 25 luglio 2023 - Una proposta di legge per far crescere i minimi salariali attraverso la contrattazione collettiva e il taglio del cuneo fiscale. A metterla in campo, per sparigliare le carte dell’accesso dibattito sulla retribuzione minima, è il segretario di Forza Italia e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. E il risultato arriva a stretto giro, tanto che Carlo Calenda spiega: “Bene. Si tratta di una proposta uguale alla nostra”.

Antonio Tajani
Antonio Tajani

"Dai conti che abbiamo fatto si potrebbe trattare di un aumento annuo tra i mille e i duemila euro - spiega Tajani - Questo è un percorso che si inizia e che è accompagnato dal taglio del cuneo fiscale”.

Ma vediamo nel dettaglio che cosa prevede la proposta di Forza Italia. "Disposizioni in materia di retribuzione equa del lavoro subordinato e misure di sostegno ai redditi più bassi”, questo il titolo del progetto di legge. Il primo articolo è tutto sul salario minimo, non più legale, ma contrattuale. “Al fine di garantire a tutti i lavoratori subordinati del settore privato una retribuzione equa e proporzionata al lavoro svolto - si legge - in assenza di un contratto collettivo nazionale di lavoro, si applica il trattamento economico pari all’importo minimo previsto dal contratto collettivo nazionale, più applicato, diffuso o prevalente per il settore di riferimento, ovvero, in mancanza, pari all’importo risultante dalla media degli importi minimi dai contratti collettivi nazionali più applicati, diffusi o prevalenti stipulati per i settori affini o equivalenti. Le disposizioni di cui al primo periodo si applicano altresì ai contratti di lavoro che, nello stesso settore o categoria, prevedano trattamenti economici di importo minimo inferiore a quello previsto dai contratti di cui al citato periodo”.

Come si individuano i contratti accennati? "I contratti collettivi nazionali da utilizzare come riferimento e l’importo di cui al comma 1 sono individuati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla base dei dati forniti da Inps”. Dunque, spiegano da Forza Italia, per garantire retribuzione eque ai lavoratori, si prevede di applicare alle attività lavorative non coperte da un contratto collettivo nazionale (circa il 5% dei lavoratori italiani) il salario previsto dal contratto collettivo nazionale leader per il settore di riferimento, oppure dove non vi sia uno specifico settore di riferimento, di applicare il salario equivalente alla media dei principali contratti collettivi nazionali applicati in settori lavorativi affini.

Per contrastare il fenomeno sempre più diffuso dei contratti pirata si prevede che anche dove i contratti esistono, ma prevedono importi più bassi di quelli previsti dal contratto leader del settore di riferimento, i salari dei lavoratori debbano essere equiparati a questi ultimi. Debellare i contratti pirata non è interesse esclusivo dei lavoratori, ma anche di molte imprese italiane perché così si elimina il fenomeno del dumping salariale.

L’articolo 2 riguarda il sostegno economico ai redditi più bassi. "A decorrere dal 1 gennaio 2024, nel limite complessivo di cinquemila euro annui per ciascun beneficiario, non concorrono alla formazione del reddito dei lavoratori dipendenti del settore privato con reddito non superiore a venticinquemila euro annui, la tredicesima mensilità, le retribuzioni lorde corrisposte in relazione alle prestazioni di lavoro straordinario e al lavoro notturno”.

"Le disposizioni di cui si applicano nel limite di spesa complessivo annuale di mille milioni di euro. Il ministro del lavoro con proprio decreto, adottato d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze, individua le modalità attuative del comma 1, indicando i criteri di priorità di accesso alla misura, nel rispetto del limite di spesa di cui al presente comma”.