Martedì 14 Gennaio 2025
FRANCESCA CONTI
Economia

Tutti i nodi della rottamazione quinquies 2025. Quando potrebbe partire e il fattore tempo

La Lega spinge per includere nel Milleproroghe la rottamazione quinquies, con pagamento dilazionato in 120 rate e stralcio di interessi e sanzioni. La misura è pensata per sanare i debiti fiscali dal 2000 al 2023, ma il Mef e FdI frenano

La Lega punta alla rottamazione quinquies. Nella foto, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti

La Lega punta alla rottamazione quinquies. Nella foto, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti

Roma, 13 gennaio 2025 – Il decreto Milleproroghe si conferma un punto nevralgico di assalto alla diligenza, oltre che di introduzione di misure strategiche, anche a livello politico, per i partiti. Tra questi la Lega punta sull’inserimento della cosiddetta rottamazione quinquies, proposta che mira a dilazionare in 120 rate mensili il pagamento senza sanzioni e interessi delle cartelle notificate entro il 2023. Nonostante l’iniziale opposizione del Ministero dell’Economia e Finanze e in particolare del viceministro Maurizio Leo, negli ultimi giorni sono emersi segnali di apertura. Leo ha infatti annunciato l’estensione da 72 a 84 delle tranche mensili per i debiti fiscali come primo passo verso un sistema più lungo e flessibile, che la Lega vorrebbe accelerare già entro marzo, inserendolo nel Milleproroghe.  

Come funziona la rottamazione quinquies

La nuova proposta introduce elementi di novità rispetto alle precedenti versioni delle definizioni agevolate dei debiti fiscali, con l’obiettivo di rendere il sistema più accessibile. In primo luogo la misura prevede un periodo di riferimento ampio, includendo i carichi fiscali affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2023, un arco temporale significativamente più esteso rispetto alle edizioni passate.

I debiti potrebbero essere suddivisi in 120 rate mensili, pari a 10 anni, rendendo il pagamento più sostenibile. I contribuenti sarebbero inoltre tenuti a versare solo il capitale originario, senza ulteriori costi aggiuntivi, come avvenuto nelle precedenti rottamazioni. Un ulteriore modifica riguarda la possibilità di saltare fino a 8 rate (anche non consecutive) senza perdere i benefici della misura. Il termine iniziale per i versamenti relativi alla prima scadenza è fissato al 31 luglio 2025, offrendo una finestra temporale adeguata per aderire.  

La strategia della Lega e il nodo politico

Protagonisti di questa iniziativa sono il presidente della commissione Attività produttive, Alberto Gusmeroli, e il sottosegretario al made in Italy, Massimo Bitonci, che spingono per la rottamazione quinquies come strumento di equità fiscale e recupero crediti. Tuttavia, il provvedimento incontra resistenze. Da un lato, Forza Italia si dichiara disponibile al confronto, mentre Fratelli d’Italia frena, sostenendo che una misura del genere non possa essere discussa solo tramite annunci. La tempistica gioca un ruolo fondamentale: il Milleproroghe è attualmente strutturato su 22 articoli e include proroghe significative come il rinvio delle polizze catastrofali e il prestito ponte per l’ex Ilva. Tuttavia, la finestra per emendamenti si chiude il 21 gennaio, lasciando poco tempo per risolvere il braccio di ferro tra le forze di maggioranza.

Le sfide operative e normative

L’inserimento della rottamazione quinquies nel Milleproroghe presenta alcune complessità. Formalmente l’emendamento rappresenta una riapertura dei termini piuttosto che una proroga vera e propria, il che potrebbe renderlo estraneo al perimetro del decreto. Inoltre, il governo deve fare i conti con risorse limitate: il concordato preventivo biennale ha raccolto solo 1,6 miliardi di euro, insufficienti per finanziare tagli fiscali strutturali come quello dell’aliquota Irpef del 35 per cento. Nonostante le difficoltà la proposta della Lega potrebbe essere vista come un compromesso politico per recuperare crediti senza gravare ulteriormente sui bilanci delle famiglie.

Prospettive e prossimi passi

Se l’eventuale emendamento verrà approvato i contribuenti avranno tempo fino al 30 aprile 2025 per presentare le domande di adesione, con la possibilità di pagare la prima rata entro il 31 luglio. Resta da vedere se le divergenze tra le forze di maggioranza saranno appianate entro la scadenza per gli emendamenti al Milleproroghe e quale sarà la risposta del Mef alla pressione della Lega. Un’iniziativa che potrebbe configurarsi quindi non solo come un tentativo di recupero fiscale, ma anche come un banco di prova per l’equilibrio politico della maggioranza.