Lunedì 17 Febbraio 2025
COSIMO ROSSI
Economia

Rottamazione o Irpef. Sfida Lega-Forza Italia, ma mancano le coperture

I due partiti alleati si contendono le misure di aiuto al ceto medio. FdI resta possibilista su entrambe le soluzioni. Decisive le relazioni tecniche.

Giancarlo Giorgetti, 58 anni

Giancarlo Giorgetti, 58 anni

"Rottamazione delle cartelle" esattoriali. No: "Riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60 mila euro". Sono le due proposte con cui Lega e Forza Italia si contendono non solo l’intervento fiscale più efficace a sostegno dei redditi, ma insieme la base di consenso politico dei ceti medi e della piccola e media impresa. Se per gli azzurri il taglio delle aliquote costituisce una "priorità" indifferibile, oltre che una rivendicazione programmatica di lunga data, dal Carroccio replicano che si risolverebbe in una "mancetta" per una platea limitata di contribuenti rispetto al sollievo che otterrebbe un numero assai più cospicuo di italiani attraverso la rottamazione.

Un botta e risposta tra i due partner minoritari della coalizione rispetto al quale il partito della premier Giorgia Meloni rimane per ora cautamente sul davanzale. Ma nient’affatto disinteressato, data la rilevanza della base sociale e elettorale cui si rivolge. Fratelli d’Italia si colloca perciò in posizione d’ascolto nei riguardi delle soluzioni che verranno prospettate dal ministro leghista dell’economia Giancarlo Giorgetti sulla rottamazione, senza abdicare all’obiettivo programmatico di legislatura di riduzione delle aliquote. Saranno perciò le soluzioni tecniche, a partire dalle prospettive di entrata e le coperture, a dettare l’agenda politica dell’intervento fiscale.

"Il ceto medio si aiuta con la rottamazione delle cartelle: libererebbe dall’angoscia dell’Agenzia delle Entrate oltre 23 milioni di italiani – recita la nota diffusa ieri da via Bellerio –. Altre misure ipotizzate nelle ultime ore, invece, nel concreto garantirebbero una mancetta da poco più di 36 euro al mese per 1,7 milioni di cittadini. Conti alla mano, la Lega è pronta a discutere con gli alleati con la convinzione di proporre la soluzione migliore e più concreta".

Matteo Salvini, che sabato ha fatto il punto con gli esperti economici del Carroccio sulla rottamazione quinques, è risoluto a portare avanti la propria battaglia sulla "pace fiscale" e convinto che si arriverà a un "accordo soddisfacente" con gli alleati "in linea con il programma elettorale". A ribadire la rilevanza della questione, la Lega ha depositato in Senato un disegno di legge a firma del capogruppo Massimiliano Romeo per la rottamazione di cartelle fino al 31 dicembre 2023 in 120 rate. Il testo è identico a quello presentato alla Camera e a firma del presidente della commissione Attività Produttive Alberto Gusmeroli. Per il Carroccio si tratta infatti di una ricetta "utile per ridare ossigeno a milioni di italiani in buonafede".

Nel centrodestra, del resto, non ci sono obiezioni di principio. Ma "i conti non tornano", fa presente Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di FI facendo presente che, in attesa che il Mef faccia chiarezza sulle cifre, dopo aver già fartto "diverse rottamazioni" la "priorità" è "la riduzione dell’Irpef per la classe media". Al netto delle polemiche, il responsabile economico e deputato azzurro Maurizio Casasco osserva che "se il taglio dell’Irpef di due punti riguardasse i redditi fino a 60.000 euro, rimarrebbero in più in tasca ai cittadini 1.440 euro netti annui". Tutt’altro che "una mancetta", insomma.

"Il taglio dell’aliquota centrale dell’Irpef come chiesto da Forza Italia consiste in 36 euro in meno di tasse per chi dichiara da più di 50mila euro fino ai milionari – commenta via social il senatore leghista Claudio Borghi –. Non dico che sia sbagliato, ma mi sembra in tutta evidenza una questione meno urgente". Ribatte a stretto giro il capogruppo di FI in Senato, Maurizio Gasparri che "non c’è nessun contrasto nel centrodestra sulle politiche di riforma fiscale", ribadendo che per gli azzurri "ovviamente la priorità è la riforma dell’Iperf".

Il nodo alla fine sono le coperture. La rottamazione delle cartelle esattoriali in 120 rate che vorrebbe il Carroccio arriverebbe a costare circa 5 miliardi di euro nel caso in cui fosse aperta a tutti come piacerebbe a Salvini. Per il taglio all’Irpef allargando la platea dei contribuenti che ricadono nel secondo scaglione servirebbe invece almeno 2,5 miliardi. Ma a disposizione al momento ci sono soltanto 1,6 miliardi raccolti con il concordato biennale.

Si rimane perciò in attesa delle proposte che verranno avanzate dal ministro Giorgetti riguardo alle eventuali modalità – coperture e gettito – della rottamazione e del tagli all’Irpef. Con Fratelli d’Italia che in vero non chiude a nessuna delle soluzioni e guarda senza preclusioni alle agevolazioni che la rottamazione potrebbero dare alla Pmi, oltre che ai ceti medi.