Roma, 13 settembre 2023 – L’attesa è finita. Domani 14 settembre scopriremo se la Banca centrale europea deciderà se innalzare di altri 25 punti base i tassi d’interesse oppure no. In caso affermativo, sarebbe il decimo rialzo consecutivo che graverà sui mutuatari che da un anno a questa parte vivono l’incubo delle rate moltiplicate. Tuttavia, dopo una dura presa di posizione della Bce capitanata da Christine Lagarde contro l’inflazione, adesso cresce l’incertezza tra gli analisti su un reale innalzamento dei tassi.
Perché la Bce aumenta i tassi d’interesse
La ragione per cui la Bce aumenta i tassi d’interesse è la lotta all’inflazione. La Banca centrale ha attuato una cura ‘anti inflazione’ basata su un drastico aumento dei tassi d’interesse. La ragione è presto detta: aumentare i tassi significa frenare la domanda di accesso al credito e dunque bloccare l’inflazione. Nel dettaglio, il target di Lagarde è il 2%. In questo senso, la Bce non si fermerà finché l’inflazione non scenderà dall’attuale 5,3 al 2 percento.
Riunione Bce settembre 2023: rialzo o pausa?
Finché l’inflazione non cala è difficile prevedere la fine della stretta Ue. Pertanto, ci si aspetta che la Banca centrale persegua la politica monetaria restrittiva con rialzi fino a quando non sarà raggiungo l’obiettivo del 2%. Tuttavia, gli analisti si dividono sul Consiglio direttivo di domani. A far nascere il dubbio sulle prossime mosse che adotterà la Bce è la recessione economica che incombe sull’Eurozona. La lotta all’inflazione intrapresa fin qui non ha dato gli esiti sperati. Francoforte si aspettava una maggiore crescita rispetto a quella raggiunta, e in questo senso non sarebbe strano se la Bce decidesse domani di lasciare i tassi così come sono e tenersi la ‘mossa’ per futuri aumenti. In questo senso, influente sarebbe anche la decisione della Fed di luglio scorso, quando la Banca centrale americana ha deciso di non aumentare i tassi d’interesse per la prima volta in quindici mesi. Insomma, è difficile prevedere cosa accadrà domani. Una cosa è certa: rispetto a qualche mese fa il mercato è diviso. Non sembra esserci una decisione presa in anticipo, come a luglio, e tutto si giocherà domani dove la Bce dovrà trovare unanimità sulla prossima mossa. Il dilemma per Lagarde sarà trovare un compromesso tra le due diverse strategie monetarie.
Chi vuole l’aumento dei tassi e chi no
Secondo gli esperti, i banchieri del nord Europa spingono per un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse. Diversamente, i banchieri dell’area Mediterraneo sembrano propendere per una pausa dall’aumento del costo del denaro. E stando agli ultimi dati macroeconomici, che mostrano segni di debolezza, il mercato spinge per una pausa al ciclo di rialzi che potrebbe peggiorare la situazione economica di alcuni paesi europei.
Tassi Bce, cosa accadrà?
Sebbene l’incertezza, l’inflazione resta ancora molto alta nell’Eurozona (5,3% ad agosto). In tal senso, interrompere il ciclo dei rialzi potrebbe risultare troppo prematuro rispetto alla linea economica intrapresa da Francoforte che mira ad abbassare l’inflazione al 2 percento. Potrebbero essere questi timori sull’inflazione troppo alta a spingere il Consiglio, domani, a procedere con il rialzo di altri 25 bps. Nel dettaglio, l’innalzamento dei 25 punti base riguarderà rispettivamente: il tasso sui depositi che dal 3,75% passerà al 4% e il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale che dal 4,25% arriverà al 4,50%.