Martedì 16 Luglio 2024
Antonio Petrucci
Economia

Come ottenere il rimborso per treni, aerei e autobus in ritardo

Quando si ha diritto a ottenere un risarcimento e le cifre che si possono richiedere

Come ottenere il rimborso per treni, aerei e bus in ritardo

Come ottenere il rimborso per treni, aerei e bus in ritardo

Roma, 15 luglio 2024 – Estate è tempo di viaggi, e con essi arrivano inevitabili i ritardi, i disagi, gli scioperi e le perplessità degli utenti, a cui spesso mancano un adeguato supporto e delle informazioni chiare circa i propri diritti di passeggeri. Vediamo allora nel dettaglio cosa succede, quando un mezzo pubblico arriva a destinazione in ritardo, o viene soppresso.

Differenza fra scioperi e ritardi

Innanzitutto, occorre specificare che c’è differenza fra un ritardo di un mezzo pubblico, causato ad esempio dal traffico autostradale per un autobus, o da traffico aereo che tiene fermo in coda un veicolo già pronto, o da rallentamenti nella pulizia di una carrozza. Lo sciopero è un diritto garantito dall’art. 40 della Costituzione, e si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano, ossia la n. 146/1990 poi modificata dalla n. 83/2000 che regolamenta, tra le altre, le modalità di esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Tra questi rientrano, appunto, i servizi pubblici. Proprio per questo motivo, vi sono dei periodi nei quali non è consentito scioperare, quelli cioè di particolare traffico, che vanno:

  •  dal 17 dicembre al 7 gennaio
  • dal 27 giugno al 4 luglio
  • dal 28 luglio al 3 settembre
  • dal 30 ottobre al 5 novembre
  • nei 5 giorni che precedono la Pasqua
  • nei giorni di consultazioni elettorali e referendarie (incluso il giorno precedente alle stesse).

Sono comunque previste, anche nelle giornate di sciopero, delle fasce orarie di garanzia, nelle quali il servizio è garantito per legge, per ridurre più possibile i disagi agli utenti. Solitamente, non tutte le sigle sindacali aderiscono ad ogni sciopero, quindi qualche mezzo potrebbe circolare, e questo è possibile appurarlo dalle apposite app o dai vari numeri verdi delle compagnie di trasporto, oppure ancora dai mezzi di informazione. Quando invece si verifica un ritardo, scattano, con differenti modalità, i vari rimborsi previsti dalle compagnie, a seconda del tempo accumulato e del tipo di mezzo di trasporto.

Ritardi degli autobus

A tutelare i passeggeri che utilizzano l’autobus, vi è il Regolamento dell’Unione Europea, numero 782/2021, che si applica per i viaggi con una percorrenza di almeno 250 km e 3 ore di durata. In caso di ritardo, sono previsti come diritti del passeggero sia spuntini e bevande gratuite, sia 2 notti in hotel qualora non vi fosse più modo di viaggiare per raggiungere la propria destinazione. Se invece il ritardo supera i 120 minuti, si otterrà il rimborso completo del biglietto e il ritorno gratuito al punto di partenza.

Approfondisci:

Chi è Anant Ambani: il patrimonio del rampollo della famiglia più ricca dell’Asia

Chi è Anant Ambani: il patrimonio del rampollo della famiglia più ricca dell’Asia

Ritardi dei treni

A tutelare chi viaggia in treno, vi è il regolamento europeo n. 1371/2007, e in questo caso il ritardo è riferito all’orario di arrivo, mentre per gli autobus si fa riferimento a quello di partenza. La compagnia Trenitalia, per viaggi con almeno 60 minuti di ritardo, riconosce il 25% di rimborso del prezzo del biglietto, e il 50% per ritardi di almeno 120 minuti. Solitamente, il rimborso è emesso con un bonus con il quale, entro 12 mesi, è possibile acquistare un altro viaggio, per chi ha acquistato in app, oppure in contanti o sulla carta usata per l’acquisto. Se i ritardi riguardano i treni principali, cioè i Freccia, il 25% di bonus è riconosciuto già per ritardi fra i 30 e i 59 minuti. Per quanto concerne Italo, se l’arrivo è dopo 60-119 minuti, la compagnia riconosce un indennizzo pari al 25% del biglietto, mentre per i ritardi superiori ai 120 minuti, l’indennizzo sale al 50%.

Ritardi dei voli

Dal 2014 è in vigore il Regolamento 261/2004 per tutelare i diritti dei passeggeri degli aerei, che prevede:

  • 250 euro di rimborso per voli fino a 1500 km, e ritardi di oltre 2 ore
  • 400 euro di rimborso se il ritardo è di almeno 3 ore, e il volo è di oltre 3500 km
  •  600 euro per viaggi superiori ai 3500 km, e ritardi di oltre 4 ore.

Ovviamente, se a causare tale disagio è un motivo straordinario, come avverse condizioni atmosferiche o rischi riguardo la sicurezza pubblica, nulla sarà dovuto al viaggiatore dalla compagnia aerea. Se poi le compagnie non rispettano i diritti previsti annualmente dalla Carta dei diritti del passeggero, è possibile contattare l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile al numero verde 800.89.81.21, attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì.

Approfondisci:

Bellezza made in Italy, quanto vale il business e da quali settori è trainato

Bellezza made in Italy, quanto vale il business e da quali settori è trainato

Statistiche impietose

A maggio, Greenpeace ha realizzato una classifica del trasporto pubblico europeo, prendendo in esame vari fattori, fra cui l’efficienza del servizio, il prezzo, l’aggiornamento del parco veicoli, in cui l’Italia risulta al 23esimo posto in Europa, un risultato tutt’altro che incoraggiante. A pesare sono soprattutto le infrastrutture vecchie, la scarsa comodità dei mezzi, le aree non raggiunte dal trasporto pubblico, e tutto ciò ha portato l’Italia ad avere, per la prima volta, oltre 40 milioni di vetture circolanti, con un peggioramento dei dati riferiti all’inquinamento. Il 43% dei treni regionali ha oltre 15 anni, e in Calabria si sale addirittura al 79%. Non va meglio al trasporto su gomma, come dimostrano i dati dell’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica, dai quali si evince che oltre l’80% degli autobus è stato immatricolato entro il 2012, e solo il 19% fra il 2013 e il 2018. Una delle regioni più in sofferenza è la Basilicata, dopo circa un abitante su tre abita distante dalla ferrovia, e meno dell’11% dei comuni è raggiunto da un treno che, in ogni caso, ha un’età media di 17 anni, e non collega nemmeno i due capoluoghi. La Basilicata è rimasta addirittura sprovvista di treni la scorsa estate per lavori e frane, divenendo l’immagine di un problema comunque nazionale, e che in definitiva riguarda tutti i mezzi pubblici della nostra Penisola. Basti pensare che nel 2023 sono stati ben 650mila i viaggiatori in Italia a maturare il diritto alla richiesta di rimborso, per un totale di ben 163 milioni di euro, inclusi anche i danni causati dall’overbooking e dallo smarrimento dei bagagli.