Sabato 22 Febbraio 2025
ELISA SERAFINI
Economia

"In Italia c’è ricchezza finanziaria, ora serve pianificazione". L’analisi dell’esperto

Lo spread è stabile, il mercato azionario italiano si distingue in positivo: il quadro disegnato da Alberto Zorzi (Arca Fondi) porta a un cauto ottimismo anche se il Paese ha ancora davanti molte sfide

Alberto Zorzi, Vice Direttore Generale e Chief Investment Officer di Arca Fondi

Milano, 10 giugno 2023 – Inflazione, crisi bancarie, aumento dei tassi sono elementi entrati nel linguaggio comune dell’attualità. Dietro a questi termini si sviluppano dinamiche economiche complesse, che impattano su aziende e persone. Per comprendere al meglio i trend e le complessità, ma anche le opportunità di questa fase economica, Quotidiano Nazionale ha intervistato Alberto Zorzi, vicedirettore generale e chief investment officer di Arca Fondi SGR, tra le principali realtà nel panorama del risparmio gestito italiano, con oltre 36 miliardi di euro di patrimonio in gestione. Alberto Zorzi ha 30 anni di esperienza nel settore finanziario e dopo una laurea in Economia presso l’Università Bocconi, ha ricoperto ruoli manageriali presso Unicredit e Bank of America, a Milano e Londra.

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Dal vostro osservatorio privilegiato, come sta reagendo l’Italia alle recenti scosse del mercato, come le crisi di marzo, l’inflazione e l’aumento dei tassi? “Osserverei innanzitutto che il termometro rappresentato dallo spread Btp-Bund è relativamente stabile. Le valutazioni del debito pubblico italiano si muovono in linea con le dinamiche che interessano più in generale i tassi di eurozona. Il mercato azionario sta andando bene, da inizio anno è uno dei mercati che si distingue in positivo. Sono rimaste un po’ indietro le PMI, il fiore all’occhiello del mercato italiano, ma sono dinamiche legate alla specificità di questo comparto che è un po’ fuori dai riflettori dei grandi investitori internazionali ma che mantiene il suo grande interesse per gli investitori di medio-lungo periodo. Complessivamente direi che il giudizio è positivo”.

Si parla di crisi del debito americano, forse per la prima volta, in termini “drammatici”. Cosa significa questo, per un investitore retail? “La gestione del debito pubblico negli USA segue logiche molto differenti rispetto a quanto avviene in Europa e in particolare in Italia. E sono logiche molto legate alla politica interna americana. Oggi è il debito, ieri erano il Covid o la guerra. Periodicamente l’investitore retail si trova a fronteggiare temi nuovi e talvolta difficili da approfondire. Il rischio vero è quello di agire sull’onda dell’emotività. Ho chiaramente un interesse di parte, ma penso che per l’investitore retail sia molto importante essere rigoroso nell’analisi dei propri bisogni e della propensione al rischio. Ed è poi importante affidarsi a prodotti di risparmio gestito che da un lato garantiscono ampia diversificazione e dall’altro permettono di affidarsi a esperti per quanto concerne decisioni complesse”.

Quali sono i punti di fragilità del sistema finanziario italiano e quali quelli di forza, dal punto di vista di investitori retail e investitori istituzionali? “Credo che le fragilità siano state indirizzate e in gran parte risolte negli ultimi 15 anni, dal fallimento di Lehman Brothers in poi. In Italia abbiamo però un mercato dei capitali ancora molto incentrato sulle banche commerciali e condizionato dalle esigenze di finanziamento del debito pubblico. Sviluppare la previdenza integrativa è un tema di particolare interesse per veicolare capitali verso i grandi progetti che il paese deve implementare. Se adeguatamente supportato da questo canale il sistema delle imprese può diventare un significativo motore al sostegno dell’innovazione e dello sviluppo”.

Che attività vi aspettate da parte della BCE rispetto alla politica monetaria? “Il mercato sconta un paio di rialzi da 25 punti base nei meeting di giugno e luglio. Successivamente la Bce dovrebbe mettersi in stand-by anche se la politica monetaria rimarrà improntata al restringimento anche tramite la riduzione degli attivi di bilancio, cresciuti in modo rilevante con i programmi di Quantitative Easing. La politica monetaria agisce con un certo ritardo ed è probabile che l’attività della Bce nei prossimi mesi sarà prevalentemente rivolta all’analisi dei risultati di quanto implementato dopo il primo rialzo dei tassi nel luglio scorso”.

Che tipo di investitori sono gli italiani, e come va la diffusione dell’educazione finanziaria? “L’Ocse ci mette agli ultimi posti per quanto concerne queste metriche. È un risultato davvero controintuitivo se pensiamo che abbiamo una ricchezza finanziaria molto elevata. Osservo che i risparmiatori hanno facile accesso a strumenti derivati e alle criptovalute. Ma le analisi ci dicono anche che i privati non guardano con il dovuto interesse al tema della pianificazione finanziaria. Credo che promuovere la previdenza integrativa sia un modo efficace per riorientare risorse ed energie da mercati speculativi a strumenti che rappresentano un punto d’incontro tra i bisogni del risparmiatore e quelli del sistema produttivo”.

Che “temperatura” possiamo dare al tessuto economico-industriale delle aziende nel nostro territorio? “È un mondo che Arca Fondi SGR conosce molto bene. Abbiamo un osservatorio davvero privilegiato. Osserviamo un tessuto molto sano e in grande evoluzione. Una grande opportunità per lo sviluppo del Paese e per i risparmiatori”.