S’infiamma il risiko bancario. Unicredit ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco Bpm, per un corrispettivo di circa 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni. Se avesse successo, l’operazione metterebbe la pietra tombale sul terzo polo bancario italiano, eliminando di fatto il candidato ad aggregare in futuro Mps, ovvero Banco Bpm, e certificando così la nascita di un duopolio con Intesa Sanpaolo, in cui però il gruppo di Piazza Gae Aulenti competerebbe da una posizione di forza. Sul piano internazionale, invece, l’ambizioso piano dell’ad Andrea Orcel rappresenta un passo cruciale verso la creazione di un campione bancario europeo con una capitalizzazione che, sommando i valori in Borsa di Unicredit, Banco Bpm, Mps e Anima Holding, arriverebbe a 82 miliardi.
L’Ops prevede che gli azionisti di Banco Bpm ricevano 0,175 azioni di nuova emissione di Unicredit per ogni titolo posseduto, per una valorizzazione di 6,657 euro per azione. Il prezzo rappresenta un premio dello 0,5% rispetto a quello di venerdì scorso e del 14,6% rispetto al 6 novembre, data in cui Bpm ha presentato un’offerta per l’acquisto dell’asset manager Anima Holding per 1,6 miliardi. Pochi giorni dopo, Bpm ha acquisito una partecipazione del 5% nel Monte dei Paschi di Siena. L’offerta di Unicredit è subordinata al raggiungimento di almeno il 66,67% del capitale sociale di Banco Bpm, ma l’istituto di Piazza Gae Aulenti ha lasciato aperta la possibilità di abbassare la soglia minima al 50% più un’azione.
Dopo avere precisato di non avere "ambizioni su Mps", Orcel ha descritto l’operazione come una mossa strategica per ampliare la portata geografica e la base di clienti, sia retail che corporate, chiarendo però che l’interesse per Banco Bpm non interferirà con il dossier Commerzbank, la seconda banca tedesca della quale Unicredit ha acquisito nei mesi scorsi una partecipazione del 21%, che potrebbe salire al 29,9%. "Non integreremo mai due banche contemporaneamente. La partecipazione in Commerzbank è un investimento strategico, e procederemo con pazienza" ha sottolineato il manager, assicurando che l’eventuale acquisizione di Banco Bpm non comprometterà la politica di distribuzione dei dividendi né i programmi di riacquisto di azioni proprie per il 2024.
Unicredit, che ha registrato utili record di 7,7 miliardi nei primi nove mesi del 2024, stima che l’acquisizione di Banco Bpm sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione dei due istituti prevista nei successivi 12 mesi. Per le imprese italiane, l’operazione "è un’opportunità per connettersi a 13 mercati europei come se fossero nel loro mercato nazionale, per le famiglie di avere una banca più forte, più rotonda, più capace di accompagnarle su tutta una serie di servizi e prodotti che sono il meglio che abbiamo nel nostro network" ha spiegato ancora Orcel.
Piazza Affari ha mandato segnali chiari sull’operazione, premiando il titolo Banco Bpm, che ha chiuso la seduta di ieri in rialzo del 5,48%, raggiungendo quota 7 euro, ben al di sopra dei 6,657 euro messi sul piatto da Unicredit. Al contrario ha penalizzato l’istituto di Piazza Gae Aulenti (-4,77%), Commerzbank (-4,86%) e anche Mps (-2,23%), in attesa di sviluppi che si attendono oggi, quando si riunirà il cda di Banco Bpm, già in agenda ma la cui convocazione è stata spostata da Verona a Milano vista la gravità dell’ora. Nessun commento sull’affondo di Unicredit, che ha colto tutti di sorpresa e minaccia di chiudere una storia iniziata nel 1865. Dal ceo, Giuseppe Castagna, ci si aspetta una prima valutazione dell’offerta, che però il mercato ha già giudicato bassa, come dimostra il testacoda in Borsa dei due titoli coinvolti nell’operazione.