Roma, 13 luglio 2023 – Quando si prende una casa in affitto può verificarsi la situazione nella quale si renda necessario svolgere delle riparazioni al suo interno. In questi casi sorge, molto spesso, il dubbio su chi debba effettivamente pagare questi lavori: il proprietario, visto che l’immobile è a tutti gli effetti suo, o l’inquilino che, in quel dato periodo, gode dell’utilizzo del bene. A risolvere questa controversia c’è la legge che prevede una netta e chiara suddivisione delle spese tra chi affitta e chi occupa la casa. A livello generale è possibile dire che il proprietario deve farsi carico di tutti i costi delle riparazioni definibili come necessarie, mentre la manutenzione ordinaria è da considerarsi a carico dell’inquilino.
Le riparazioni in una casa in affitto
Così come previsto dalla Legge n. 392/1978 che regola le locazioni, a carico dell’inquilino sono previste, in assenza di accordi differenti tra le parti, le seguenti spese: - quelle per il servizio di pulizia del condominio; - quelle relative al funzionamento e all’ordinaria manutenzione dell’ascensore; - quelle per la fornitura dell’acqua, dell’energia elettrica, del riscaldamento e del condizionamento dell’aria; - quelle per lo spurgo dei pozzi neri; - quelle per la fornitura di altri servizi comuni; - il 90% delle spese per il servizio di portineria.
Inoltre, l’affittuario deve provvedere al pagamento di questi costi entro il tempo massimo di due mesi dalla ricezione della richiesta o dalla comunicazione, con giustificativi e indicazioni, fornitegli dal proprietario della casa.
La divisione delle spese nelle case in affitto
Nella sua sentenza n. 15317/19 del 6/6/2019, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema delle divisioni delle spese tra affittuario e proprietario effettuando l’attribuzione in relazione al tipo di intervento che viene svolto. Entrando più nel dettaglio: - i lavori per deterioramenti da utilizzo, come ad esempio la manutenzione di un rubinetto o della maniglia di una porta, sono da considerarsi con le spese a carico dell’inquilino. Diversa è, invece, la situazione nella quale l’intervento di manutenzione viene reso necessario dall’anzianità della cosa deteriorata, come una tapparella installata da tanti anni. In tale fattispecie, infatti, è il proprietario a dover pagare le spese; - i lavori per un guasto spettano sempre al proprietario, a meno che lo stesso disservizio non sia stato provocato dall’inquilino. La segnalazione del guasto spetta all’inquilino che, in caso di mancata e tempestiva risposta del proprietario, può anche muoversi per recedere il contratto; - i lavori per il miglioramento della casa in affitto spettano all’inquilino. È inoltre importante che questo operi secondo diligenza e che non modifichi la destinazione d’uso dell’immobile. L’inquilino per questi lavori non ha diritto a nessun rimborso da parte del proprietario della casa, a meno che dalle parti non sia stato raggiunto un accordo in tal senso. Se, al momento della riconsegna dell’immobile, il bene aggiunto è scomponibile dalla casa, questo può essere trattenuto dall’inquilino - come nel caso delle tende da sole - altrimenti resta al proprietario che non dovrà corrispondere emolumenti all'inquilino. - i lavori per apportare innovazione alla casa, come ad esempio la realizzazione di una nuova parete in cartongesso, sono da considerarsi a carico del proprietario.