Martedì 12 Novembre 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Rincari oli vegetali: clima, guerra e crisi produzione fanno volare i prezzi

Secondo il monitoraggio Aretè palma e cocco hanno raggiunto sul mercato europeo i livelli più alti degli ultimi due anni e mezzo, con rialzi del 24% e del 39%. Aumenti fino al 29% per l’olio di girasole

L'olio di semi di girasole tra i prodotti che hanno subito più rincari

L'olio di semi di girasole tra i prodotti che hanno subito più rincari

Roma, 9 novembre 2024 – Mentre in Italia – e in gran parte dei Paesi del Mediterraneo – è in corso la campagna olivicola 2024/2025 (con numeri che variano notevolmente da Paese a Paese e anche all’interno delle singole aree produttive), è bene ricordare che l’olio d’oliva non copre neppure l’1% della produzione mondiale di oli e grassi, sia vegetali che animali. In tutto il pianeta si producono, infatti, circa 250 milioni di tonnellate di oli e grassi, di cui il 30% è di palma, il 23% di soia, il 9% di girasole e il 18% è composto da grassi animali. Di questi 250 milioni di tonnellate complessivi, più di un quinto (oltre 50 milioni) è destinato all’uso non alimentare, specialmente alla produzione di biocarburanti. Il monitoraggio di Aretè, società indipendente di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood, ci consente, questa settimana, di conoscere l’andamento delle quotazioni degli altri oli vegetali (cocco, palmisto, girasole) sui mercati internazionali.

Rincari oli laurici (cocco e palmisto) a livelli mai toccati

I prezzi degli oli laurici sul mercato europeo hanno raggiunto, nella prima decade di novembre, i livelli più alti degli ultimi due anni e mezzo, con rialzi che hanno toccato, su base media mensile da giugno, il +24% per l’olio di cocco e +39% per l’olio di palmisto. Secondo l’analisi di Areté, le preoccupazioni per il previsto calo produttivo dominano il mercato: in previsione, la produzione di olio di cocco calerà di oltre il 3% a livello globale nella campagna 2024/25 rispetto alla precedente, causando una contrazione delle scorte di quasi il 15%. I principali Paesi esportatori di olio di cocco (ricavato dai frutti della pianta di cocco e usato sia per l’alimentazione, sia per scopo cosmetico) sono Filippine, Indonesia e India. La produzione di olio di palmisto (ricavato dai semi di palma, mentre l’olio di palma deriva dal frutto) potrebbe andare incontro a un’espansione (+3,6% rispetto alla scorsa stagione), ma i prezzi non sono previsti in calo. È l’effetto del trend rialzista che caratterizza il mercato del cocco, da un lato, e quello dell’olio di palma, dall’altro. Le quotazioni dell’olio di palma sono inchiodate ai massimi, infatti, da giugno 2022.

Olio di girasole, aumenti anche del 29%

Anche il mercato dell’olio di girasole risente fortemente delle tensioni dovute alle stime negative sul raccolto di semi di girasole. Le prospettive per la campagna 2024/25 sono andate incontro, infatti, a un sensibile peggioramento: dopo un clima estivo estremamente siccitoso in Europa orientale e nell’area del Mar Nero – i principali Paesi produttori sono Russia e Ucraina, che insieme coprono il 58% della produzione complessiva di semi di girasole – le piogge di settembre e ottobre hanno ritardato i lavori di raccolta. Addirittura, in alcuni casi si è arrivati all’abbandono dei campi. Secondo lo studio di Areté, le aspettative di un’offerta più limitata hanno accentuato quella crescita dei prezzi del seme di girasole che, in Europa, è già in atto da marzo. I prezzi francesi, in particolare, hanno registrato aumenti anche del +29% da inizio ottobre ad oggi. Le tensioni osservate sul seme si sono trasmesse anche all’olio di girasole: le quotazioni dell’olio grezzo sono aumentate del 16% per lo stesso periodo analizzato. Un incremento, quest’ultimo, che ha ampiamente superato quello fatto registrare, sui mercati internazionali, dai prezzi dell’olio di soia e dell’olio di colza.