Roma, 16 marzo 2023 - Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma fiscale. Lo si apprende da fonti di governo a Cdm in corso. E' una "svolta necessaria per il Paese", ha detto il premier Giorgia Meloni ai ministri.
Nuove aliquote Irpef: cosa cambia e da quando con la riforma fiscale
Tre aliquote Irpef
''Con la riforma dell'Irpef si garantisce l'equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l'obiettivo della flat tax per tutti'', comunica il Mef in una nota. Con il provvedimento sarà anche ''garantita la razionalizzazione e semplificazione dell'intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d'impresa e diversi). La delega prevede inoltre la revisione delle tax expenditures, che oggi comprende più di 600 voci. Le 3 aliquote dell'Irpef "le avviamo dal prossimo anno", ha poi specificato il viceministro dell'economia Maurizio Leo a Porta a Porta. "L'obiettivo è questo, poi con i numeri sarei sempre cauto. La delega non detta numeri puntuali, poi ci saranno i decreti attuativi e con le risorse e senza sforamenti di bilancio si dovranno dare le coperture", ha aggiunto. "Da gennaio 2024 entrerà in vigore un modulo di riforma: troveremo le risorse e coperture necessarie. Abbiamo indicato le priorità e a quelle faremo fede", ha aggiunto.
Riduzione Ires e graduale eliminaziona Irap
Viene inoltre garantita la "razionalizzazione e semplificazione dell'intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d'impresa e diversi)". Per quanto riguarda le imprese è prevista una riduzione dell'attuale aliquota Ires per chi investe e\o assume. Ci sarà anche una graduale eliminazione dell'Irap. Con l'istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell'adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all'evasione fiscale che diventa preventiva e non piu' repressiva.
La bozza della riforma fiscale in pdf
Sanzioni penali
Nella bozza della riforma sono previsti "effetti premiali" per i contribuenti che aderiscono all'adempimento spontaneo, un regime attualmente riservato ai soggetti che realizzano un volume di affari o di ricavi non inferiore a 1 miliardo di euro. Viene previsto l'alleggerimento delle sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla 'cooperative compliance', e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco.
La norma, che vuole potenziare gli effetti premiali connessi all'adesione all'adempimento collaborativo, prevede in particolare l'individuazione di specifiche misure di alleggerimento delle sanzioni penali tributarie per chi aderisce al regime e ha "tenuto comportamenti non dolosi e comunicato preventivamente, in modo tempestivo ed esauriente, l'esistenza dei relativi rischi fiscali". In materia di sanzioni penali la delega stabilisce inoltre di: attribuire specifico rilievo all'ipotesi di sopraggiunta impossibilità di far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso; attribuire specifico rilievo alle definizioni raggiunte in sede amministrativa e giudiziaria ai fini della valutazione della rilevanza penale del fatto. Per le imprese che aderiscono al regime di adempimento collaborativo, si prevede anche un'ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative tributarie per i rischi di natura fiscale "comunicati preventivamente in modo tempestivo ed esauriente", fino alla loro "integrale non applicazione" se il contribuente ha avuto comportamenti "particolarmente collaborativi e trasparenti" e certificati da professionisti qualificati. La delega punta anche a potenziare il regime di adempimento collaborativo: in questo senso si prevede, tra l'altro, un'accelerazione nella riduzione della soglia di accesso; la possibilità di consentire l'accesso al regime di adempimento collaborativo anche a società, prive di requisiti di ammissibilità, che appartengono ad un gruppo di imprese nel quale almeno un soggetto ha i requisiti di ammissione richiesti, a condizione che il gruppo adotti un sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale gestito in modo unitario per tutte le società del gruppo; la possibilità di gestire in regime di adempimento collaborativo anche questioni riferibili a periodi di imposta precedenti all'ammissione al regime.
Nella revisione delle sanzioni penali tributarie si darà specifico rilievo all'ipotesi di "sopraggiunta impossibilità di far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso". Per le sanzioni penali, inoltre, si indica di attribuire specifico rilievo anche "alle definizioni raggiunte in sede amministrativa e giudiziaria ai fini della valutazione della rilevanza penale del fatto".
Ok al decreto sul Ponte dello Stretto di Messina
Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto sul Ponte dello Stretto di Messina. Rinasce così la Società Stretto di Messina che avrà una nuova e più moderna governance. È prevista una solida partecipazione del Mef e del Mit, "a conferma dell'importanza che il governo attribuisce al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia", si legge in una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In concreto, si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenterà il fiore all'occhiello dell'arte ingegneristica italiana. Come ha tenuto a sottolineare il vicepremier e ministro Matteo Salvini, "si tratta di un'opera fortemente green: consentirà di ridurre l'inquinamento da anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto. Infine, sarà motivo di grande attrazione turistica". Salvini ne ha parlato questa mattina anche con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. "Il Ponte sarà un volano di crescita infrastrutturale per entrambe le regioni, che infatti avranno un proprio amministratore nel cda della società". Il consiglio dei ministri ha dato il semaforo verde salvo intese.