Roma, 7 marzo 2023 - Il cantiere del fisco è ufficialmente aperto. Ed entro la metà del mese potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri la legge delega che ridisegna il nostro sistema delle aliquote, con effetti a cascata sulle buste paga. Due le ipotesi allo studio. Nella prima resterebbe l'aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro, poi ci sarebbe uno scaglione del 27% fino a 50 mila euro e un'imposta al 43% per i redditi oltre i 50mila euro. Nella seconda ipotesi, il primo scaglione si fermerebbe a quota 28mila euro di reddito, con un'aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe a 50mila euro con un'Irpef al 33% mentre, al di sopra di questa soglia, resterebbe ferma l'attuale Irpef al 43%. Attualmente, le fasce Irpef sono quattro: il 23% fino a 15mila euro, il 25% da 15mila a 28mila euro, il 35% da 28mila a 50mila euro e il 43% oltre questa soglia.
Che cosa succede alle buste paga
Nella prima ipotesi i vantaggi reali si avvertirebbero solo per i redditi superiori ai 34mila euro. Al di sotto di questa soglia si finirebbe addirittura per pagare di più rispetto ad oggi. Nella seconda ipotesi, invece, i risparmi sarebbero distribuiti su tutte le fasce di reddito, sia pure con vantaggi in termini assoluti superiori per chi guadagna di più.
Le simulazioni
Ma, in concreto, come potrebbero cambiare i nostri stipendi? A fare le prime simulazioni sulle due ipotesi di intervento allo studio del governo è l'associazione dei Consulenti del Lavoro. Prendiamo il caso di un lavoratore che dichiara, ogni anno, 20mila euro lordi di guadagni. Attualmente, con l'attuale sistema a 4 aliquote, versa 4.200 euro nelle casse dell'erario. Se passasse l'ipotesi dello scaglione intermedio al 27% fino ai 50mila euro di reddito, si troverebbe a pagare 4.290 euro, con un aggravio di 150 euro. Con l'ipotesi, invece, dello scaglione al 23% fino a 28mila euro, pagherebbe 4.140 euro di tasse all'anno con un risparmio, rispetto ad oggi, di cento euro.
Chi guadagna e chi perde
Prendiamo il caso di un lavoratore dipendente con un reddito di 30mila euro. Attualmente versa nelle casse dello Stato dirca 7.400 euro di Irpef all'anno. Nella prima ipotesi, con lo scaglione intermedio al 33%, pagherebbe 7.650 euro di tasse, con un aggravio di 250 euro. Se passasse, invece, la seconda ipotesi, risparmierebbe 300 euro, versando 7.100 euro di Irpef. Diversa, invece, la situazione per i redditi più alti. Il risparmio sarebbe assicurato in entrambi gli scenari. Infatti, un lavoratore che oggi guadagna 60mila euro l'anno, ne versa 18.700 nelle casse del fisco. Nell'ipotesi di uno scaglione intermedio al 27%, risparmierebbe circa 1.150 euro. Mentre, con la seconda ipotesi, il taglio dell'Irpef si fermerebbe a quota 700 euro.