Sabato 28 Dicembre 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Il regalo di Natale più riciclato è il vino

Un italiano su due riciclerà un dono ricevuto sotto l’albero. Dopo le bottiglie di vino e spumante ci sono guanti e sciarpe

Roma, 27 gennaio 2024 – Alcuni la ritengono una pratica encomiabile, perché in linea con un’attenzione crescente alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi, non solo in ambito agroalimentare, ma anche in altre categorie merceologiche, dall’abbigliamento e accessori fino alla cosmetica. Altri, invece, ritengono il riciclo di regali ricevuti per le feste una ‘tendenza quasi compulsiva, maturata in un contesto in cui si è sempre più portati a spendere per sé stessi piuttosto che per le persone care’.

La produzione di vino rappresenta una delle eccellenze dell'Italia
Le bottiglie di vino sono fra i regali più riciclati

Ad affermarlo sono gli esperti del Centro studi di Confcooperative, autori di un’indagine – rilasciata oggi – secondo cui un italiano su due - circa 28 milioni di persone – è pronto a riciclare i regali di Natale appena ricevuti e poco apprezzati.

I doni sono riutilizzati per altri regali, oppure rivenduti sulle piattaforme online di vendita dell’usato. Il risparmio raggiungerà, complessivamente, i 3,5 miliardi di euro: 100 milioni in più rispetto all'anno scorso e 200 in più del Natale pre-pandemia.

Riciclo: egoismo o necessità?

"Una vecchia abitudine – spiega Confcooperative – si è trasformata in una tendenza che, negli ultimi anni, si è progressivamente consolidata. Nonostante il costante aumento delle tredicesime (45,7 miliardi del 2022, 49 miliardi nel 2024 e 51,3 quest'anno) – di solito destinate proprio allo shopping prenatalizio – il riciclo di regali fa particolarmente comodo, specie in un Paese in cui il potere d’acquisto del ceto medio è drasticamente ridotto e gli italiani in povertà ammontano, ormai, a circa 10 milioni”.

I regali più riciclati: bottiglie di vino e spumante

Interessanti anche le forme e modalità in cui si mette in atto il riciclo, secondo lo studio di Confcooperative. Almeno 6 persone su 10 ricicleranno i doni ricevuti: di questi, una parte li ‘sbolognerà’ già durante queste festività, una parte li conserverà, per poi riutilizzarli al momento opportuno (52% donne e 48% uomini). Almeno 2 riciclatori su 10 (57% uomini, 43% donne) cercheranno di ricavare un piccolo introito dalla vendita del regalo sulle piattaforme online o sui social network. Gli altri riporteranno i doni ricevuti nei negozi di acquisto per trasformarli in buoni da spendere o per prendere altri oggetti da regalare a loro volta (60% donne, 40% uomini). Tra i regali riciclati troviamo, in pole position con una quota pari al 45%, generi alimentari (a partire da vini e spumanti fino a salumi e formaggi). Seguono, al 26%, sciarpe, guanti, cappelli, calzini, pelletteria, cosmetici e creme. Per il 20% libri e agende, per il 9% giocattoli.

Quanto abbiamo speso per i regali di Natale

Secondo un'indagine Coldiretti/Ixè, per il Natale 2024 gli italiani hanno speso circa 7,6 miliardi solo in regali: i prodotti enogastronomici si sono confermati – non a caso – come i doni più gettonati, assieme all'abbigliamento e davanti ad articoli per la casa, libri, giocattoli e tecnologia. Il budget di quest'anno è stato in leggero calo (-5%) rispetto alle feste del 2023, seppur con notevoli differenze. Se un 19% – sottolinea la ricerca di mercato – non ha speso più di 50 euro, la maggioranza (42%) si è mantenuta tra i 50 e i 150 euro, ma c'è anche un 25% che è arrivato a 300 euro. Qualcun altro è andato ben oltre questa cifra: l’1% ha addirittura superato i 2000 euro. La ‘circular economy’ delle feste Rilasciata poco prima delle festività, la ricerca ‘EY Festive Season Survey’ della nota società di consulenza Ey - che, ogni anno, analizza comportamenti e intenzioni di acquisto dei consumatori italiani in vista delle feste – aveva già messo in evidenza come sia sempre più diffusa l’attenzione alla sostenibilità. In prossimità del Natale, infatti, l’82% degli intervistati aveva dichiarato di voler ridurre gli sprechi alimentari, mentre il 52% intendeva acquistare marchi sostenibili e, infine, il 63% prevedeva di acquistare più prodotti locali.