Giovedì 26 Settembre 2024
Emily Pomponi
Economia

Crif, mutui in crescita: domanda in aumento del 3,4%

Andamento positivo confermato anche per giugno con un picco del 5,8%, cresce anche l’importo medio dell’1%. A trainare il settore il tasso fisso sempre più competitivo, le agevolazioni “green” e le surroghe

Barometro Crif sull'aumento delle richieste di mutuo del 3,4% nel primo semestre 2024

Barometro Crif sull'aumento delle richieste di mutuo del 3,4% nel primo semestre 2024

Bologna, 29 luglio 2024 - Si chiude positivamente il primo semestre di questo 2024, dove la domanda dei mutui immobiliari cresce progressivamente. A dirlo è la Centrale rischi di intermediazione finanziaria, che con il suo barometro evidenzia come l’andamento positivo delle richieste sia andato di pari passo con il taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce, segnando un +3,4% di domande da parte delle famiglie italiane.

Mutui in ripresa

Nel primo semestre del 2024, le richieste di mutui hanno registrato un incremento del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie anche all'influenza positiva delle surroghe, che sono aumentate del 6,4% nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso trimestre del 2023. Nel solo mese di giugno, l'aumento delle richieste ha raggiunto il 5,8%, il secondo valore massimo del semestre dopo il picco di marzo. Anche l'importo medio dei mutui è cresciuto leggermente, con un aumento dell'1,0% e un valore complessivo di 145.687 euro.

Cresce l’importo del credito

Nel primo semestre del 2024, la distribuzione delle richieste di mutuo per fascia di importo mostra che il 30,4% delle richieste è per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro, risultando la fascia più richiesta. A seguire troviamo la fascia di importo tra 150.000 e 300.000 euro, che rappresenta il 27,4% del totale. Poi, troviamo le richieste per importi fino a 75.000 euro che coprono il 18,5% del totale, mentre quelle per importi tra 75.001 e 100.000 euro raggiungono il 18,8%. Gli importi superiori a 300.000 euro, infine, costituiscono solo il 5,0% delle richieste.

Durate fino a 30 anni

Dall’analisi della distribuzione delle richieste di mutuo per durata si osserva inoltre che la fascia più comune è quella tra 25 e 30 anni, che rappresenta il 37,3% del totale delle richieste. Inoltre, il 80% delle richieste prevede piani di rimborso superiori ai 15 anni, dimostrando una chiara preferenza delle famiglie per soluzioni a lungo termine. Non stupisce allora che le richieste per mutui con durata fino a 5 anni siano solo lo 0,4% del totale, mentre quelle tra 5 e 10 anni coprono il 4,4%. Guardando alle durate intermedie, diciamo, troviamo che i periodi tra 10 e 15 anni costituiscono il 10,1%, quelle tra 15 e 20 anni il 17,9%, e quelle tra 20 e 25 anni il 21,9%. Infine, le richieste per mutui con durata superiore ai 30 anni rappresentano l’8,0%.

L’età del richiedente

Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste di mutuo per classe di età, le fasce di età 25-34 anni e 35-44 anni rappresentano insieme il 61,2% del totale delle richieste. La fascia di età 45-54 anni segue con una percentuale del 23,2%, mentre gli over 55 raccolgono l'11,7% delle richieste. Infine, le richieste da parte dei giovani tra 18 e 24 anni sono il 3,8%, mentre quelle per le fasce 55-64 anni e 65-74 anni sono rispettivamente il 9,8% e l'1,9%.

Avanti con fisso e agevolazioni green

Il mese di giugno ha visto un picco nelle richieste di mutuo, con un incremento del 5,8%, il secondo valore massimo del semestre dopo il picco di marzo. Questo indica una forte spinta nel mercato dei mutui. “La domanda di mutui nei primi mesi dell’anno - spiega Simone Capecchi, Executive director di Crif - è stata influenzata positivamente dall’offerta di mutui a tasso fisso sempre più competitiva, che in particolare ha favorito le surroghe e che, unitamente alle prospettive di riduzione dei tassi, dovrebbe infondere maggiore stabilità e sicurezza alle famiglie nel programmare spese a lungo termine”. “Un elemento che in prospettiva condizionerà ulteriormente lo sviluppo del mercato - prosegue il manager - è la direttiva ‘case green’ che, approvata dal Parlamento Europeo lo scorso marzo, pone degli obiettivi di efficientamento degli immobili per il 2035, con target intermedi da raggiungere nel 2030. Infine, nei prossimi mesi, per effetto della dinamica di crescita, si potrebbe registrare un leggero aumento dei rischi di insolvenza, ma in una dinamica sostanzialmente accettabile”.