Sabato 19 Aprile 2025
FRANCESCA CONTI
Economia

Mutui, le richieste tornano a correre: +22,4% nel primo trimestre 2025

I tagli dei tassi da parte della Bce rilanciano la domanda, che torna ai livelli pre-crisi. Cresce anche l’importo medio richiesto, segno di una maggiore fiducia delle famiglie italiane

Mutui, aumentano le domande nel 2025

Mutui, aumentano le domande nel 2025

Roma, 14 aprile 2025 – Segnali di ripresa dal mercato del credito immobiliare italiano nella prima parte del 2025. Secondo i dati diffusi dal barometro Crif, infatti, le richieste di mutui da parte delle famiglie nei primi tre mesi del 2025 sono cresciute del 22,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A marzo l’aumento registrato è del 20,5%, confermando la tendenza positiva avviata già nel corso del 2024. L’inversione di rotta rispetto agli anni più critici per il mercato del credito, segnati da forte inflazione e tassi in rialzo, sembra dunque consolidarsi.

L’effetto Bce: i tagli ai tassi ridanno fiato al credito

A incidere in maniera decisiva sulla ripresa della domanda è stata la politica monetaria della Banca centrale europea. Dopo mesi di restrizioni, l’istituto guidato da Christine Lagarde ha dato il via a un ciclo di tagli del costo del denaro, che si sono tradotti in una riduzione del peso delle rate sui nuovi mutui. Un segnale che il mercato attendeva da tempo e che ha riportato fiducia tra i potenziali mutuatari. Il calo dei tassi ha reso più conveniente sottoscrivere un finanziamento a lungo termine, stimolando non solo le nuove richieste, ma anche le surroghe.

Surroghe e nuovi mutui nel 2024

Nel 2024 le surroghe, ovvero la possibilità di trasferire un mutuo presso un’altra banca per ottenere condizioni più favorevoli, hanno registrato un aumento del 19,6 per cento. Un dato che conferma come i consumatori siano diventati più attenti a ottimizzare i propri costi finanziari, soprattutto in un contesto in cui le condizioni di accesso al credito migliorano. Sembra essere invece meno dinamico il mercato dei nuovi mutui effettivamente erogati, cresciuti solo dell’1,1% nello stesso anno. Un divario che suggerisce una certa lentezza nella trasmissione dell’impulso monetario dalle decisioni della Bce alla concreta operatività delle banche.

Importi più alti, mutui più lunghi

Oltre alla maggiore domanda, cresce anche l’importo medio dei mutui richiesti che si attesta a 150.732 euro nel primo trimestre 2025, il valore più elevato dell’ultimo decennio. L’aumento, pari al 4,5% su base annua, riflette una combinazione di fattori: da un lato l’inflazione, che ha fatto salire i prezzi degli immobili e quindi l’esigenza di finanziamenti più consistenti; dall’altro la possibilità di accedere a mutui a condizioni più vantaggiose, anche grazie a una maggiore durata dei piani di ammortamento. Nel 2015 l’importo medio si fermava poco sopra i 124.000 euro: un salto di oltre 26.000 euro in dieci anni.

Gli importi salgono a 100-150 mila euro

Analizzando la distribuzione delle richieste per fascia di importo, Crif conferma la prevalenza della fascia intermedia. Il 31,1% dei mutui richiesti nel primo trimestre 2025 rientra infatti tra i 100.000 e i 150.000 euro, una percentuale stabile rispetto all’anno precedente. Questa fascia rappresenta la soglia standard per l’acquisto della prima casa nelle aree urbane medie e grandi del Paese. Più contenuta, ma comunque rilevante, la quota di richieste sotto i 100.000 euro (soprattutto nelle zone a minore pressione immobiliare) e quella sopra i 200.000 euro, tipica di chi acquista in grandi città o in contesti ad alta rendita.

Credito e fiducia: un binomio da monitorare

Il rimbalzo della domanda di mutui è un segnale positivo non solo per il settore immobiliare, ma per l’economia nel suo complesso. Dopo anni di incertezza, le famiglie tornano a fare progetti di medio-lungo termine, a testimonianza di una ritrovata fiducia nel futuro. Tuttavia resta da capire quanto sia solida questa ripresa e quanto possa estendersi nel tempo. Il mercato del lavoro, l’andamento dei salari reali e l’evoluzione dei prezzi al consumo saranno determinanti nei prossimi mesi. In parallelo, sarà cruciale monitorare le mosse della Bce: se i tagli ai tassi dovessero proseguire, il credito potrebbe vivere una nuova stagione di espansione.

Una ripresa con qualche ombra

Nonostante il trend positivo, non mancano elementi di cautela. La crescita della domanda non si traduce ancora pienamente in un aumento dei mutui effettivamente erogati, e il peso del debito privato resta elevato. Inoltre, il rallentamento dell’economia europea e le incognite geopolitiche a partire dalle mosse dell’amministrazione statunitense, potrebbero rappresentare un freno nei prossimi trimestri. In questo contesto il ruolo delle banche e delle politiche fiscali nazionali sarà decisivo per accompagnare una ripresa del credito che, al momento, si muove su basi più di fiducia che di reale consolidamento economico.