Giovedì 26 Settembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

La ricerca sulla salute degli anziani: le donne vivono di più, ma gli uomini hanno meno patologie

Due ricercatori dell’Università di Bologna hanno pubblicato uno studio sulle variabili che condizionano la terza età. Dal genere all’istruzione, passando per la provenienza geografica

Anziani, foto generica

Anziani, foto generica

Roma, 23 settembre 2024 – Il genere, il livello di istruzione e l’area geografica di residenza influenzano significativamente la condizione di salute degli anziani. La conferma di quello che si può pensare soggettivamente arriva da una ricerca di Paolo Pasetti e Loris Vergolini, due ricercatori dell’Università di Bologna, nello studio “Le condizioni di salute degli anziani in Italia“, pubblicato sul sito neodemos.it e svolto nell’ambito del Progetto “Age-It: Ageing Well in an Ageing Society”, all’interno del Pnrr.

Il genere – avvisano i due ricercatori - è particolarmente interessante perché, nonostante le donne vivano più a lungo, spesso gli anni aggiuntivi si accompagnano a una salute funzionale più limitata. L’istruzione può influenzare positivamente la salute grazie a migliori condizioni economiche e maggiore accesso a informazioni mediche di qualità. Anche la ripartizione territoriale di residenza è cruciale in Italia: uno dei fattori determinanti di ciò può certamente essere visto nella persistente disparità Nord-Sud nell’accessibilità ai servizi sanitari”.

I profili di salute secondo il genere, il livello di istruzione e la ripartizione territoriale

Ma vediamo nel dettaglio, a seconda dei gruppi nei quali si possono classificare gli “anziani“ in riferimento al loro stato di salute. “Per descrivere il diverso andamento dei cluster secondo alcune variabili rilevanti, come il genere, il livello di istruzione e la ripartizione territoriale di residenza – spiegano gli studiosi - abbiamo ritenuto opportuno descrivere i cluster stessi attraverso due rilevanti indici: il numero di patologie croniche e lo stato di salute auto-riferito (in quest’ultimo caso, a valori più elevati dell’indice corrisponde uno stato di salute auto-percepito peggiore)”.

Le donne “anziane” stanno meno bene degli uomini

Salvo che nel gruppo di “anziani“ in buona salute, per il quale non si notano differenze, il numero di patologie croniche è fortemente differenziato tra maschi e femmine, a tutto svantaggio di queste ultime. La percezione dello stato di salute auto-riferita non presenta, al contrario, differenze tra i due generi, con la sola eccezione del gruppo di soggetti che si trova in “Cattive condizioni di salute con utilizzo dei servizi sanitari” (nel quale si nota una leggera differenza a sfavore delle femmine).

Più istruiti, più sani

Considerando il numero di patologie croniche, nei gruppi di “anziani“ in cattive condizioni di salute, si registra un peggioramento della condizione al diminuire del livello di istruzione, raggiungendo i livelli massimi in corrispondenza di coloro che non hanno nessun titolo di studio. Nei casi in cui gli “anziani“ siano in buone condizioni non si scorgono differenze in connessione con il livello di istruzione.

Al Sud condizioni di salute peggiori

Se si considera il numero di patologie croniche, nei gruppi di “anziani“ in cattive condizioni di salute, emerge una rilevante differenziazione secondo la ripartizione territoriale di residenza: in sostanza, mentre il livello dell’indice risulta essere quasi invariato per il Nord-Ovest, il Nord-Est e il Centro, tale livello assume livelli decisamente più elevati in corrispondenza del Sud e delle Isole. Il valore dell’indice più alto in assoluto si registra per il Sud.