Sabato 27 Luglio 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Ricchi e poveri, si allarga il divario. Ma il mattone salva gli italiani

Bankitalia: la metà delle risorse in mano al 5 per cento delle famiglie. La casa riequilibra i rapporti

Ricchi e poveri, si allarga il divario. Ma il mattone salva gli italiani

Ricchi e poveri, si allarga il divario. Ma il mattone salva gli italiani

La ricchezza sempre più concentrata in poche mani. In Italia il 5% della popolazione detiene praticamente la metà della ricchezza dell’intero Paese. Ad attestarlo è Bankitalia. "Il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale", si legge nell’analisi della Banca d’Italia nell’ambito Bce secondo cui "i principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016".

Lo studio evidenzia come le famiglie meno abbienti possano contare principalmente sul possesso dell’abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze. L’Italia è sotto la media Ue per concentrazione della ricchezza, sugli stessi livelli della Francia e dietro la Germania che appare "il Paese con il maggior grado di disuguaglianza in termini di ricchezza netta". L’analisi ricorda come "metà della ricchezza degli italiani sia rappresentata dalle abitazioni" e "tale percentuale varia tuttavia fortemente in base alla ricchezza: le abitazioni raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana, si attestano poco sotto il 70% per quelle della classe centrale mentre scendono a poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca".

Per le famiglie più povere, i depositi sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%). Maggiormente diversificato è invece il portafoglio delle famiglie più ricche, per le quali quasi un terzo della ricchezza è rappresentato da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative. Nel 2010 circa la metà del patrimonio abitativo era detenuta dalle famiglie della classe media; nel 2022 tale percentuale era scesa al 45%, soprattutto a vantaggio del decimo più ricco; la quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana è rimasta stabile nel tempo attorno al 14%. I depositi sono aumentati di circa il 40% tra il 2010 e il 2022, soprattutto per le famiglie appartenenti al decimo più ricco, la cui quota è salita di sei punti percentuali, raggiungendo la metà del totale.

La Banca d’Italia, come previsto dalle norme e in linea ad altre banche centrali, ha deciso di continuare, per tutto il 2024, a prestare denaro alle banche accettando come garanzia anche i finanziamenti concessi alle famiglie sotto forma di crediti al consumo e mutui o quelli alle piccole e medie imprese.