Venerdì 8 Novembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Dove vanno a finire i soldi degli italiani? Cresce la ricchezza calano i depositi bancari

Azioni, obbligazioni, fondi comuni… dove scelgono di mettere i loro risparmi gli italiani

Roma, 11 luglio 2024 – Azioni, obbligazioni e fondi comuni drenano liquidità dai conti correnti bancari. Nel corso del 2023, infatti, la ricchezza finanziaria degli italiani (5.216 miliardi di euro) è cresciuta di quasi 80 miliardi di euro, ben 552 miliardi in più rispetto al 2019; ma i depositi bancari si sono scesi per 61 miliardi. In soli nove mesi (tra gennaio e settembre 2023), tra azioni, titoli obbligazionari e fondi comuni le famiglie italiane hanno accumulato oltre 144 miliardi in più sotto forma risparmio, con una crescita che si aggira, sul 2022, a poco meno del 45% circa per i titoli obbligazionari, all’1,69% per i fondi comuni e all’’1,35% per il comparto azionario.

Denaro (archivio)
Denaro (archivio)

Per Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, “La ricchezza finanziaria delle famiglie equivale a due volte e mezzo il Pil italiano e corrisponde a quasi il doppio rispetto al nostro debito pubblico”. La lunga stagione di inflazione e tassi di interesse alti non frena l’attitudine al risparmio degli italiani, ma ne rilancia la fiducia e gli investimenti finanziari. Nel 2023 la ricchezza complessiva delle famiglie italiane ha raggiunto il picco di 5.216 miliardi di euro, rispetto a un dato di fine 2022 pari a 5.138 miliardi di euro. In meno di un anno, sono quasi 80 i miliardi complessivamente accumulati, pari a un incremento dell’1,51%, ma che attesta un cambio di tendenza nelle scelte finanziarie, frutto di minore precauzione ma anche della modesta remunerazione sui depositi bancari. Il dilemma della liquidità e l’appetito per il guadagno fanno sì che il peso del contante che giace nei conti bancari resti però ancora elevato, seppur con un appeal accentuato verso bond e Btp che sostiene la diversificazione.

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Nel 2023, in particolare, la quota di risparmio detenuta sotto forma di depositi e conti correnti, passati dai 1.633 miliardi di fine 2022 ai 1.572 miliardi di settembre, con circa 61 miliardi in meno, equivale ad una riduzione complessiva del 3,73%. Sono i titoli obbligazionari a vincere il primato della crescita con un aumento del 44,3%, pari a 115,2 miliardi aggiuntivi in valore assoluto: il totale degli investimenti in obbligazioni riesce a raggiunge lo stock di 375,2 miliardi nel 2023, rispetto ai 260 miliardi di dicembre 2022. Sempre a settembre 2023, le famiglie possedevano titoli a breve termine per un valore di 27,8 miliardi mentre è pari a ben 347,4 miliardi la fetta di risparmio investita in titoli a medio-lungo termine, con una propensione marcata verso le più lunghe scadenze rispetto all’anno precedente. Alla fine del 2022 il comparto obbligazionario attraeva una contenuta quota di 6,2 miliardi in obbligazioni di breve periodo e 253,8 miliardi in obbligazioni di medio-lungo periodo, con una distribuzione tra le scadenze rispettivamente tra il 2,4% (breve termine) e 97,6% (medio-lungo termine) modificata al 7,4% e 92,6% sul totale. La fotografia completa dei risparmi mostra un saldo più ricco anche per gli investimenti in titoli azionari.

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L’accelerazione dei mercati che ha caratterizzato soprattutto l’ultima parte del 2023, ha infatti comportato un aumento della ricchezza finanziaria allocata in azioni di ben 20 miliardi in termini di volumi. L’allocazione di risorse accantonate per il comparto si attesta nel 2023 a 1.339 miliardi di euro, confermando una componente importante del portafoglio di impieghi del risparmio come per l’anno precedente (25,7%). Infine, la necessità di limitare l’erosione del valore dei propri risparmi, unito al fabbisogno di mitigare per quanto possibile i rischi legati ad una situazione economica globale ancora incerta mantenendo comunque elevato l’importo complessivo accantonato per le polizze assicurative (1.065 miliardi).

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