Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Italia pronta a riaprire le miniere. “Ce lo chiede l’Europa, abbiamo 16 materie prime critiche su 34”

Il ministro Urso: “Norme Ue entro la fine dell’anno”. L’obiettivo è quello di “ridurre le dipendenze strategiche”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (Ansa)

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (Ansa)

Roma, 13 aprile 2023 – A passo spedito verso la riapertura delle miniere in Italia. Il quadro normativo europeo per far ripartire il settore sarà pronto “entro la fine dell’anno”, dice il ministro della delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della presentazione a Roma del nuovo think tank della Luiss sui temi europei. "L'Unione Europea ha definito 34 materie prime critiche, di cui 16 considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all'aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda prevista”, premette Urso. In Italia “possediamo 16 di queste 34 materie prime critiche indicate”, ma queste “si trovano in miniere che sono state chiuse 30 anni fa”. La strada è tracciata. “Occorre investire e riattivare queste potenzialità, riaprendo le miniere”.

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“Ce lo chiede l’Europa”

La maggior parte degli elementi ‘censiti' sul territorio italiano sono “necessari per la produzione delle batterie per auto elettriche e centrali elettriche, tra fonti rinnovabili, pannelli solari, semiconduttori e dovranno affrancarsi dalla dipendenza estera”, spiega il ministro.  Che ricorda come sul regolamento europeo sulle materie prime critiche “non abbiamo appoggiato l'aumento del target della raffinazione dal 40% al 50%. La raffinazione è in altri paesi soprattutto in Cina, perché ha un alto impatto” ambientale. L’Italia al momento “non ha attività mineraria”. Ora l'Europa “ci chiede di riaprire le miniere”.

E ancora: “La proposta di regolamento come noto si prefigge gli obiettivi di rafforzare la catena di valore delle materie prime critiche europee in tutte le fasi: estrazione, raffinazione, trasformazione, riciclaggio, diversificazione delle importazioni di materie prime”.

Un’azione volta a ridurre le dipendenze strategiche, continua Urso, "assicurando al contempo un livello elevato di protezione dell'ambiente, attraverso il miglioramento del loro circolarità e sostenibilità al fine di garantire che entro il 2030 e questo è il primo obiettivo, le capacità dell'unione per ciascuna materia prima strategica”.

L'Unione Europea, tra gli obiettivi del regolamento, al 2030 "non dovrebbe dipendere per oltre il 65% da un unico paese terzo per quanto riguarda l'approvvigionamento di qualsiasi materia prima strategica”.

Per raggiungere una certa autonomia servono misure per rafforzare la catena del valore del materie prime critiche, “sostegno per l'accesso ai finanziamenti e tempi di autorizzazione semplificate più brevi: quando vi è un progetto strategico, vi è una corsia accelerata che dovrebbe portare a una tempistica di 24 mesi per estrazione e 12 mesi per i permessi di trattamento e riciclaggio. Un obiettivo molto importante se si pensa che oggi in Cina le autorizzazioni sono in tre mesi, in Europa ci vogliono 15 anni”. 

I tempi e le mappe

"Verosimilmente entro la fine di quest'anno si concluderà il percorso legislativo in Europa sulle materie prime critiche, con l'approvazione da parte del Trilogo di questo regolamento che la Commissione ci ha presentato”, ha spiegato Urso. “Noi avremo compiuto un nostro percorso di riforma legislativa, per consentire a chi vuole operare in Italia di farlo in un contesto di certezza. Per questo, insieme al ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin stiamo già aggiornando le mappe minerarie del Paese”. “Trent'anni fa eravamo un grande paese minerario - ha proseguito Urso - poi abbiamo chiuso tutte le miniere. Ora dobbiamo riaprirle, e magari altre ancora”.

Per il ministro "sarà la Commissione a certificare i progetti delle imprese come importanti per l'autonomia strategica dell'Europa. A quel punto, su quei progetti vi sarà un limite di 2 anni per le autorizzazioni all'estrazione e di 1 anno per la raffinazione. Oggi ci vogliono 15 anni in Europa per avere l'autorizzazione a estrarre da una miniera, a fronte di 7 anni negli Stati Uniti, 2 in Canada e 3 mesi in Cina”.

E aggiunge: “Abbiamo un obiettivo che la Commissione ci pone e che noi condividiamo - ha concluso Urso -, che è quello di raggiungere almeno il 10% di materie prime critiche estratte nel nostro continente al 2030. Altri obiettivi al 2030 saranno il 50% di raffinazione in Europa e il 20% del riciclo. Su quest'ultimo siamo già il paese leader, e vogliamo migliorare ancora".