Roma, 16 aprile 2024 – In vent’anni in Italia i centri revisione di autoveicoli sono quasi raddoppiati, passando dai 5.197 registrati nel 2003 ai 9.272 rilevati nel 2023: numeri che testimoniano l’aumento di oltre 4.000 unità, corrispondenti a una crescita del 78,4%. Il rilevante sviluppo del settore ne sottolinea la portata strategica e l’importante ruolo per garantire la sicurezza e diminuire l’impatto ambientale dei mezzi che circolano nel nostro Paese. I dati citati emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec su informazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La diffusione territoriale
Analizzando il dettaglio regionale emerge che tra il 2003 e il 2023 il numero di centri autorizzati a effettuare revisioni auto è cresciuto soprattutto in Sardegna (+141,7%), seguita da Puglia (+122,7%), Molise (+103%), Campania (+90,9%) e Calabria (+89,6%). Più contenuta la crescita nelle Marche (+48,6%), in Trentino-Alto Adige (+43,9%) e in Valle d’Aosta (+40%). Come nel 2003, anche nel 2023 la regione con il maggior numero di centri di revisione auto è stata la Lombardia (1.543), seguita dal Veneto (900) e dal Lazio (804).
Il costo
A fare da leva sulla crescita dei centri autorizzati è probabilmente stato anche l’aumento dei listini verificatosi negli anni. Non c’è in ogni caso margine discrezionale da parte di che effettua il servizio, dal momento che il costo è fissato per legge dallo Stato e non può essere modificato. In seguito all’ultimo aumento delle tariffe (che risale alla fine del 2020 e che è poi entrato in vigore dal primo novembre 2021 ai tempi del secondo Governo guidato da Giuseppe Conte), l’automobilista deve versare 67,04 euro (54,95 euro più iva), oltre 12 euro in più rispetto ai precedenti 54,90 (45 euro più iva). A questo importo serve però sommare 10,20 euro di Diritti Motorizzazione e un corrispettivo per il versamento postale. Quest’ultima voce è l’unica variabile ed è legata alle tariffe dei gestori dei pagamenti. Tirando le somme dunque il conto finale è di circa 80 euro.
I rischi
Del tema revisioni auto si occupano purtroppo ciclicamente anche le pagine di cronaca per segnalare episodi di truffe. Il tema è generalizzato in ambito quanto meno continentale, tanto che l’Unione Europea sta valutando ipotesi di provvedimenti che possano sradicare il problema. Il binario è doppio: da una parte serve tenere monitorato il fronte legato al rapporto tra il centro revisione e il cliente, in particolare in relazione all’ipotesi di rilascio di certificati ‘compiacenti’ firmati con l’intento di concedere il via libera anche a mezzi non idonei, con evidenti rischi per tutti gli utenti della strada (oltre che per l’ambiente) legati alla pericolosità di consentire la circolazione a veicoli che invece dovrebbero essere sottoposti a manutenzione. Sull’altro lato invece anche nel recente passato le forze dell’ordine hanno indagato sui ‘tempi’ delle revisioni. Per effettuarne una serve indicativamente mezz’ora, mentre in base a dati riscontrati dai registri telematici, sono emersi casi di intervalli ben più stretti, che evidentemente si giustificavano col fatto che il mezzo nemmeno venisse sottoposto al vaglio e che piuttosto arrivasse immediatamente l’attesto di nulla osta. L’aspetto legato al reato non può prescindere dal tema dei rischi che ricadono sull’intera collettività in seguito ad azioni di questo genere.
Quali controlli
L’iter richiesto è standard: per prima cosa la vettura viene sottoposta a un controllo visivo col quale si accerta la corrispondenza di targa e telaio coi dati riportati sul libretto di circolazione, dopo di che si entra nell’aspetto più tecnico, che comprende valutazioni sulla carrozzeria, i freni, lo sterzo, la trasmissione, i fari, le frecce, le sospensioni, gli pneumatici e la conformità dei gas di scarico. Soltanto se tutti i parametri risultano in regola, arriva l’autorizzazione a circolare. In caso contrario, serve prima sottoporre il veicolo ai necessari interventi di manutenzione.