Parigi, 3 dicembre 2024 - È ormai conto alla rovescia per la riapertura al pubblico della cattedrale Notre-Dame. La basilica, emblema del gotico francese che da Napoleone a Victor Hugo fino al più pop film di animazione Disney ha conquistato i cuori di tutti noi, vicini e lontani, riaprirà le porte al pubblico il prossimo 8 dicembre, giorno dell’Immacolata concezione, dopo il disastroso incendio che il 15 aprile 2019 avvolse tra le fiamme l’intera cattedrale fino a far cadere la flèche, la grande guglia al centro della chiesa. La distruzione della Nostra Signora ha lasciato una ferita enorme nei francesi, e non; fedeli, e non. E per questo, la trepidazione per rientrare nella chiesa cresce; cresce così tanto che anche il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che sarà presente all'inaugurazione prevista per il 7 dicembre, commentando sulla sua piattaforma Truth: “Sarà un giorno molto speciale per tutti”. Ma quali sono stati i lavori svolti e quanto è costato tutto questo?
I lavori di restauro effettuati
In una visita preliminare alla Chiesa il presidente Emmanuel Macron ha esordito dicendo: "È riparata, reinventata e ricostruita. È sublime". Nel corso di questi lunghi anni di lavoro, infatti, il restauro della Cattedrale di Notre-Dame ha visto l’attuazione di un piano complesso e meticoloso affidato alle mani dell'architetto Philippe Villeneuve - con la collaborazione dell'architetto italiano Carlo Blasi -, rispettando il progetto originale di Eugène Viollet-le-Duc (che aveva già restaurato la cattedrale nel XIX secolo). Innanzitutto, alla luce dell’incidente, sono state introdotte tecnologie di sicurezza, come telecamere a infrarossi, barriere tagliafuoco e un sistema di sprinklers, per prevenire il rischio di un nuovo incendio. Poi è stato ricostruito il tetto crollato con le fiamme e tutte le travi in legno di quercia. Infine, ma non meno importante - e dispendioso - è stato il recupero delle opere d’arte in essa custodite. Pensiamo ai gargoyle, all’organo, alla vetrata South Rose, le campane di bronzo, nonché al famoso gallo dorato tornato sulla guglia a dicembre dello scorso anno. Il coq dalle ali di fuoco, simbolo di speranza e risurrezione, è stato infatti sostituito (ma sarà esposto nel museo della cattedrale) da una nuova scultura che porta i nomi dei quasi duemila restauratori coinvolti nei lavori.
Quanto è costato il restauro
Il maxi cantiere è costato 700 milioni, ma c’è anche chi parla di 860 milioni. Molti di questi soldi sono stati raccolti da donazioni provenienti da tutto il mondo.
Chi ha finanziato i lavori
Tra i liberi donatori privati si contano più di 250 aziende e centinaia di esperti, tra cui archeologi, storici dell'arte, restauratori e artigiani, hanno contribuito a questo imponente progetto. Alcuni nomi, almeno quanto citato su Le Figaro, sono Bernard Arnauld con la sua multinazionale Lvmh (proprietaria di marchi come Dior, Loro Piana, Vuitton, ecc.) che ha donato 200 milioni, così come Françoise Bettencourt Meyers, di L’Oréal. François Pinault, fondatore di Kering Sa e oggi proprietaria Gucci, ha donato 100 milioni di euro. Anche la Disney ha donato 5 milioni per la ricostruzione di Notre Dame. Insieme alla lunga lista di donatori privati ci sono poi alcune fondazioni, come Fondation du patrimoine o Fondation de France, nonché la pubblica Centre des monuments nationaux.
E le assicurazioni?
Facciamo un passo indietro. L'incidente che ha causato l'incendio di Notre-Dame è stato originato da un cortocircuito durante i lavori di restauro condotti da alcune imprese appaltatrici. Al momento dell'incendio, la cattedrale non era assicurata in quanto, come spiegato dal Ministero francese, lo "status di monumento storico" la rendeva autoassicurata. Tuttavia, sebbene lo Stato francese fosse sia il proprietario che l'assicuratore, alcune compagnie assicurative sono state chiamate a contribuire (sebbene le polizze non abbiano potuto coprire l'intero ammontare delle perdite). Come spiegato da Reuters, due delle principali imprese coinvolte nei lavori di restauro, Europe Echafaudage e Le Bras Frères, erano coperte da polizze di responsabilità civile fornite dalla compagnia assicurativa Axa. In particolare, Axa Art si è occupata dell'assicurazione di oggetti e reliquie religiose all'interno della cattedrale, offrendo così un supporto, certo parziale, nella gestione dei danni causati dall'incendio.