Roma, 2 novembre 2023 – La flat tax aiuta a fare impresa? I numeri dicono di sì. Nel 2022 in effetti quasi 240.000 delle oltre 500.000 partite Iva che sono state aperte nel territorio nazionale hanno scelto di aderire al regime agevolato, che prevede una tassazione del 15% (che può scendere fino al 5%). Dunque poco meno di una su due. In un contesto nel quale da certi fronti della maggioranza (quello della Lega di Matteo Salvini in particolare) è più volte stata ventilata la possibilità (a ora rimasta solo teorica) di estendere questo regime anche al lavoro dipendente, serve precisare che per accedervi è necessario rientrare all’interno di alcuni specifici parametri.
Cos’è
Come chiarisce il sito dell’Agenzia delle Entrate, il regime forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione. Al regime possono accedere anche i soggetti già in attività. Per chi vi aderisce è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva unica al 15%, che nel caso di nuove aperture di partita Iva scende al 5% per i primi 5 anni. La base imponibile è in ogni caso stabilita riconoscendo una percentuale di costi forfettari in base ai settori di attività.
I vincoli
Per accedere al regime forfettario occorre che i ricavi (fanno testo solo quelli effettivamente incassati) siano inferiori agli 85.000 euro annui. La soglia è stata alzata di 20.000 euro negli ultimi mesi, con un significativo aumento rispetto ai 65.000 euro fissati fino allo scorso anno. Qualora venga superata tale soglia, ma non quella di 100.000 euro, il titolare della partita Iva fuoriesce dal regime nell’anno successivo. Al contrario, e questa è un’altra novità introdotta nel 2023, qualora i ricavi o i compensi percepiti siano superiori a 100.000 euro, il regime forfetario cessa di avere applicazione dallo stesso anno. In tal caso è dovuta l’Iva, a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del limite.
Cosa comprende la flat tax
Il regime prevede la determinazione forfettaria del reddito da assoggettare a un’unica imposta in sostituzione dell’Irpef, delle addizionali regionale e comunale e dell’Irap. Tra i principali vantaggi c’è anche l’esonero dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili e dalla presentazione della dichiarazione Iva.
Le nuove imprese
Per poter beneficiare della fiscalizzazione al 5% è necessario che la start-up non sia una mera prosecuzione di attività già svolte in precedenza in modo dipendente o autonomo, fatta esclusione dei casi in cui si tratti di periodi di praticantato obbligatorio per l’accesso ad arti o professioni. Inoltre, il contribuente non deve aver esercitato un’attività artistica, professionale o d’impresa nei 3 anni che precedono l’avvio dell’attività.
Le esclusioni
L’Agenzia delle Entrate precisa anche le restrizioni che vengono applicate e che limitano l’accesso al regime. Sono esclusi i soci di società di persone e associazioni professionali, come anche i soci di società a responsabilità limitata che hanno optato per la trasparenza fiscale. Non possono rientrare tra i ‘forfettari’ nemmeno i soggetti che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfettari di determinazione del reddito come per esempio gli agricoltori, i commercianti di generi di monopolio (sali e tabacchi, fiammiferi…), le agenzie di viaggio, i commercianti di rottami o beni usati o i gestori di servizi di telefonia pubblica. Tra le esclusioni rientrano anche i soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e assimilati di importo superiore a 30.000 euro. Il regime forfettario cessa di avere efficacia a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno anche solo uno dei requisiti di accesso previsti dalla legge ovvero si verifica una delle cause di esclusione. E’ infine necessario essere residenti in Italia o comunque in uno stato dell’Unione Europea a patto che sul nostro territorio venga generato almeno il 75% del reddito complessivo.