Roma, 22 maggio 2024 – Dai medicinali alle bollette passando per le spese per il telefono o il mutuo ma anche da quelle per piante e fiori, per un camper o per mantenere un cavallo.
Il meccanismo è ormai consolidato: scontando una evasione fiscale che si mantiene intorno ai 100 miliardi l’anno, e non riuscendo a colpire tutti i redditi quando si formano causa il molto “nero”, il fisco si muove verso i consumi e in base a quel che il contribuente spende si tenta di ricostruire un reddito credibile rispetto alle spese sostenute. Tutta qui la filosofia del redditometro, “risorto” con il Decreto ministeriale del 7 maggio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio scorso, si torna a parlare di Redditometro.
Le polemiche
Ma la politica ha alzato la voce da entrambi gli schieramenti e la premier Giorgia Meloni in un post su Facebook chiarisce che “L’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal viceministro dell’Economia Leo, è fino a ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini. Sull’ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il viceministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”.
Tolto nel 2018, ora reintrodotto?
Ma intanto il Fisco va avanti e le disposizioni – salvo interventi originati dallo scontro politico che è in atto – si rendono applicabili alla determinazione sintetica dei redditi e dei maggiori redditi relativi agli anni d'imposta a decorrere dal 2018, riattivando uno strumento accertativo che era stato sospeso con l’articolo 10 del Dl 87/2018. L’obiettivo è calcolare la capacità contributiva sulla base della spesa sostenuta dal contribuente e della propensione al risparmio.
Come funziona
C'è di tutto tra le voci che l’amministrazione potrà utilizzare per verificare il reddito (presunto) dei contribuenti secondo il nuovo redditometro anche se il contribuente potrà "difendersi". Il meccanismo, sinteticamente sarà li seguente: il Fisco dai dati in suo possesso presume un reddito e chiede eventuali spiegazioni; il contribuente ha facoltà di difendersi e di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta; così come si potrà sostenere, dimostrandolo, che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che la quota del risparmio utilizzata per consumi ed investimenti si è formata nel corso di anni precedenti.
Le spese controllate
Dall'allegato A al decreto si legge che le spese sono le più varie. Eccole, in sintesi:
- spese per alimenti e abbigliamento;
- mutuo e affitto, eventuale canone per il leasing immobiliare e le relative spese per pagare acqua e condominio e anche le spese per la manutenzione o per eventuali agenti immobiliari;
- investimenti quali ad esempio azioni, francobolli, oro;
- energia, spese per la casa e salute (l'amministrazione potrà prendere in esame anche se si è in possesso o meno di un riscaldamento centralizzato);
- spese per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa;
- collaboratori domestici e altri beni e servizi per la casa;
- trasporti (si prenderanno in considerazione le spese per assicurazione per la responsabilità civile, incendio e furto per auto, moto, caravan, camper, minicar e anche il pagamento del bollo);
- comunicazioni e scuola, anche un nuovo cellulare e le relative bollette potranno essere all’esame insieme alle spese per l’istruzione;
- tempo libero e cavalli (si verificheranno le spese per: giochi e giocattoli, radio, televisione, hi-fi, computer, libri non scolastici, giornali e riviste, dischi, cancelleria, abbonamenti radio, televisione ed internet, lotto e lotterie, piante e fiori, riparazioni radio, televisore, computer).
L’anagrafe tributaria
In ogni caso l'ammontare delle spese risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria o acquisite in sede di contraddittorio con il contribuente si considera sempre prevalente rispetto a quello calcolato induttivamente sulla base degli elementi di capacità contributiva indicati nella tabella A o sulla base delle spese desunte da studi e analisi socio-economiche di settore. In merito alla imputazione delle spese al contribuente si prevede che fatto le spese si considerano sostenute dalla persona fisica cui risultano riferibili sulla base dei dati disponibili o delle informazioni presenti in Anagrafe tributaria. Si considerano, inoltre, sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico. Non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all'attività di impresa o all'esercizio di arti e professioni, sempre che tale circostanza risulti da idonea documentazione.