Roma, 21 maggio 2024 – Ci sono dati scritti a computer e messi nero su bianco sulle dichiarazioni dei redditi. E poi c’è vita reale, fatta dagli hobby, dalle passioni, dalle seconde case, dalle prenotazioni alberghiere, dal modello di auto parcheggiata in garage e dalla barca ormeggiata in darsena. Tutte quelle cose che da sempre non sfuggono agli occhi del vicino di casa e sulle quali tornerà a guardare anche il fisco. Come? Attraverso la reintroduzione del ‘redditometro’, lo strumento utilizzato dalla pubblica amministrazione con l’intento di ricostruire in base a riscontri reali, il reddito presunto dei contribuenti.
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Cos’è il redditometro e le sue origini
Approvato nel 2010 dall’allora governo Berlusconi, lo strumento attraverso il quale l’agenzia delle Entrate può raffrontare i redditi dichiarati con lo stile di vita delle persone fisiche, era stato abrogato nel 2018. Non che quello in ogni caso fosse stato il primo esempio a essere coniato, dal momento che già nel 1993, con ‘accertamento sintetico’ il legislatore era andato decisamente in quella direzione, attribuendo uno specifico coefficiente agli immobili piuttosto che alle vetture possedute. Così già da allora il fisco era in grado di stabilire la congruità delle spese sostenute in rapporto agli introiti dichiarati.
La novità
Lo strumento è stato riattivato a partire dalla verifica dei redditi del 2016 attraverso un decreto a firma del vice ministro dell’Economia Maurizio Leo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Come funziona
L’applicazione si è evoluta rispetto alla precedente versione, dal momento che il documento indica undici tipologie in relazione ai nuclei familiari e cinque diverse aree del Paese da prendere in esame. L’intento è dunque quello di inserire tra le variabili anche il costo della vita e gli orizzonti di spesa che ovviamente subiscono forti differenze per esempio tra un single e un genitore di una famiglia numerosa. Nel calcolo inoltre non rientrano solo le entrate correnti, ma che i risparmi accumulati nel corso della vita e ai quali si potrebbe – più che legittimamente, è ovvio – far ricorso per concedersi un extra, anche importante, che altrimenti non ci si sarebbe potuto permettere.
I dati di riferimento
Il testo del decreto entra poi nel merito della procedura: “Le spese – è scritto – distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente, sono desunte dall'indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni significativi di contribuenti appartenenti a undici tipologie di nuclei familiari, distribuite nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale".
Quali spese vengono conteggiate
Il redditometro prende in considerazione gli acquisti effettuati sia dal contribuente stesso che quelli riconducibili al coniuge o a eventuali familiari a carico. Non vengono invece presi in esame gli acquisti di beni o servizi legati all'attività di impresa o per l’esercizio di arti o professioni.
Diritto di replica
I contribuenti avranno in ogni caso la possibilità di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta, o anche per esempio che i costi di acquisto sono stati sostenuti da altre persone. Regali, a volerla dire in modo più semplice. Si potrà infine contestare pure l’ammontare delle spese sostenute e della quota del risparmio utilizzata per sostenerle.