
Il premier Paolo Gentiloni e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Dire)
Roma, 14 aprile 2017 - Nel giorno in cui l'Istat diffonde i dati sulla povertà (4,5 milioni in povertà assoluta nel 2015), dal governo arriva l'ok al reddito d'inclusione sotto i 6mila euro di Isee anche a chi ha la casa. "Il decreto è stato approvato, i decreti legislativi saranno approvati entro la fine del mese", ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi per la firma del Memorandum contro la povertà insieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Intesa tra governo e Alleanza contro la povertà su reddito di inclusione per due milioni di persone. Un impegno per la dignità", ha scritto Gentiloni su Twitter.
Intesa tra Governo e Alleanza contro la #povertà Reddito di inclusione per due milioni di persone Un impegno per la dignità
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 14 aprile 2017
I punti d'intesa raggiunti nel memorandum riguardano i criteri per determinare chi sono i beneficiari della misura, i criteri per stabilire l'importo del beneficio, i meccanismi per evitare che si crei un disincentivo economico alla ricerca di occupazione, l'attivazione di una linea di finanziamento strutturale per i servizi alla persona, il finanziamento dei servizi, l'individuazione di una struttura nazionale permanente che affianchi le amministrazioni territoriali competenti, la definizione di un piano operativo per la realizzazione delle attività di monitoraggio continuo della misura e la definizione di forme di gestione associata della stessa. Il Memorandum costituisce un momento di condivisione del percorso intrapreso dal governo nella lotta alla povertà con l'introduzione di una misura strutturale.
REDDITO ISEE - Nell'intesa raggiunta tra l'Alleanza e il governo è previsto che il reddito Isee non sia l'unico criterio per l'accesso al Reddito Inclusione sociale (Reis), ma si tenga conto anche del reddito disponibile, così da permettere l'accesso alla misura anche a chi è proprietario della casa in cui abita, ma versa in stato di povertà. Per accedere al Reis bisogna non avere un reddito ISEE superiore ai 6 mila euro, superiore a quella usata oggi per il Sia stabilita a 3 mila euro.
IMPORTO DEL BENEFICIO - L'importo del beneficio economico è calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR che è la parte reddituale dell'Isee (tenuto conto della scala di equivalenza). Si ritiene - si legge nel memorandum - che l'erogazione debba coprire il 70 per cento della differenza calcolata e comunque in sede di prima applicazione della misura l'importo non deve essere inferiore all'assegno sociale mensile. Dall'importo cosi' calcolato vengono comunque sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell'indennita' di accompagnamento.
IN CASO DI OCCUPAZIONE - Per evitare che il beneficio si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un'occupazione stabile, il Ministero del Lavoro sta studiando dei meccanismi per i quali la misura, in versione ridotta, venga erogata anche nel caso di incremento del reddito al di sopra della soglia di accesso al beneficio.
I SERVIZI PER L'INCLUSIONE - Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali s'impegna a introdurre nel Fondo alla lotta alla povertà una specifica linea di finanziamento strutturale per i servizi connessi al Reis in forma di quota vincolata da destinare ai territori. La quota vincolata destinata ai territori non dovrà scendere mai al di sotto del 15 per cento del Fondo alla lotta alla povertà e la quota destinata ai servizi d'inclusione sociale non scenderà mai al di sotto del 25 per cento del Fondo stesso.
SUPPORTO AI TERRITORI - Nel decreto legislativo sarà prevista una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni territoriali per garantire una applicazione uniforme del Reis. Nel memorandum si legge che alla struttura devono essere garantite risorse umane ed economiche adeguate al fine di svolgere in maniera continuativa al fine di fornire strumenti adeguati alle amministrazioni coinvolte. Tra i compiti della struttura nazionale sono previsti: attività di promozione, sostegno e implementazione del Reis, supporto nello sviluppo delle competenze necessarie, costituzione di una comunità di pratiche, diffusione di linee guida, di protocolli formativi e operativi, realizzazione di incontri, interventi di tutoraggio alle realtà locali in difficoltà.
MONITORAGGIO - Entro la fine dell'anno, il Ministero del Lavoro presenterà un piano di monitoraggio per verificare l'applicazione del Reis su tutto il territorio nazionale. Il piano definirà le modalità operative per la raccolta dei dati e i soggetti coinvolti; gli indicatori qualitativi e quantitativi per la verifica dell'attuazione del Reis, sia per la parte di sostegno al reddito che per i servizi alla persona. Il memorandum si conclude con la previsione che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si impegni alla gestione associata del Reis nel territorio e che la definizione delle forme di gestione associata sia di competenza delle regioni.
I DATI ISTAT - Tra il 2014 e il 2015 sono sostanzialmente stabili sia l'incidenza di povertà assoluta e sia quella relativa. La povertà assoluta nel 2015 coinvolge il 6,1% delle famiglie residenti (pari a 4 milioni 598 mila individui). E' quanto emerge da 'Noi Italia' dell' Istat. Rispetto al 2014 peggiorano soprattutto le condizioni delle famiglie con 4 componenti (dal 6,7% al 9,5%). Il 10,4% delle famiglie è relativamente povero (2 milioni 678 mila); le persone in povertà relativa sono 8 milioni 307 mila (13,7% della popolazione). Nel 2014, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito disponibile netto pari, in media, a 29.472 euro (circa 2.456 euro al mese). Tuttavia, data l'asimmetricita' della distribuzione dei redditi, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all'importo medio. Il valore mediano, infatti, che fornisce il livello di reddito che equiripartisce la distribuzione, mostra che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito non superiore a 24.190 euro (2.016 euro al mese). L'indicatore di grave deprivazione materiale fornisce una misura importante nell'ambito dell'analisi dell'esclusione sociale: insieme a quelli di rischio di povertà e bassa intensità del lavoro contribuisce a fornire la stima delle persone a rischio povertà o esclusione sociale. Nel 2015 la grave deprivazione diminuisce tra i single, soprattutto se anziani, e tra gli individui che vivono in famiglie con almeno un anziano. Ancora grave la condizione degli individui che vivono in coppie con tre o più figli. Nell'ultimo anno la quota di persone soddisfatte per la propria situazione economica risulta in aumento. A crescere sono soprattutto coloro che si dichiarano "abbastanza soddisfatti.